25 Marzo 2015 - 00:16

1992 – La Serie, i primi due episodi

1992

È partita la serie tanto attesa, 1992, diretta da Giuseppe Gagliardi. I primi due episodi presentano i personaggi che incontreranno la Storia 

[ads1]

1992 – La serie. Piccole e grandi parti frantumati si ricompongono nella data 1992. Sono storie di persone comuni, politici e industriali che, insieme, sono pezzi di vetro che si riflettono l’uno nell’altro, per dare un’immagine completa della Storia. Dalla sigla della nuova SerieTV presentata e prodotta da Sky Atlantic, capiamo che siamo di fronte a una ricostruzione della capillare trama di fatti che hanno condizionato, creato e modellato Tangentopoli. 

In 10 episodi, 1992 racconterà tra verità e finzione, ciò che ha segnato la politica e la storia italiana. La Verità attraverso la documentazione: trasmissioni radio e televisive, nomi di politici, vicende storiche. La finzione attraverso le storie e i personaggi che s’inseriscono e s’incrociano nell’anno 1992.

La scelta del regista e degli autori (Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo) somiglia al romanzo storico di Manzoni, quando le vicende inventate raccontano momenti storici reali, quando dietro le scelte dei personaggi ci sono “dittature” celate e imposte.

1992Leonardo Notte (Stefano Accorsi) diventa un importante pubblicitario affiancando Marcello Dell’Utri, collaboratore di Silvio Berlusconi. Questi destini cominciano a delineare il loro incontro già dai primi due episodi. Bibi Mainaghi (Tea Falco) è la figlia, debole e depressa, dell’industriale Maniaghi, personaggio che mostra subito la sua doppia faccia, intorno cui ruotano gli episodi iniziali, condotto in carcere dall’agente Luca Pastore (Domenico Diele) che lavora con il magistrato Antonio Di Pietro. Pietro Bosco (Guido Caprino) è un ex militare che torna dall’Iraq; salva la vita a un rappresentante della Lega Nord e si ritrova, in maniera confusa, a entrare in Parlamento, dopo la vittoria delle elezioni del 1992. Infine, Veronica Castello (Miriam Leone), che si avvia alla celebrità condendosi a Maniaghi, ma che vive una relazione con Leonardo Notte.

Tutti personaggi che si mostrano gradualmente, senza ridondanza, si raccontano con piccoli dettagli che però dicono già molto sulla loro identità. Ognuno nasconde un segreto, difficile da ricordare e da cui salvarsi. Sono personaggi in sintonia con il tempo in cui vivono; è come se, per parlare di segreti e vite offuscate dei politici, gli autori della serie abbiano scelto dei personaggi oscuri e controversi, riflesso di ciò che hanno intorno.

1992Mentre nel primo episodio si tratteggiano le relazioni e i protagonisti, nel secondo cominciano a prendere una forma più chiara e una posizione sociale determinata. Maniaghi viene scoperto e arrestato e, contemporaneamente, tutti questi sguardi, repressi e con qualcosa da difendere, s’innalzano per conquistare ciò che vogliono; perché ogni personaggio ha un obiettivo preciso da raggiungere.

1992 ha un ritmo interno che si avvicina allo stile delle SerieTV di quest’ultimo periodo trasmesse su Sky Atlantic, mostrando attenzione alla forma e al linguaggio in cui s’inserisce. La musica è quasi sempre presente, creando tridimensionalità narrativa, costruendo un discorso storico che porta il telespettatore all’interno della cultura e dei costumi dell’epoca, ma anche visiva. Funziona molto bene infatti l’uso autoriale del commento musicale, perché fa di questo film a episodi, un thriller politico, attivando la suspense.

Un uso autoriale della musica soprattutto quando, alla vittoria delle elezioni, sulla festa della Lega Nord ascoltiamo in maniera sincronica il famoso coro di Giuseppe Verdi, “Va, pensiero” tratto dal Nabucco; un testo ricco di termini aulici che commenta il decadentismo culturale e politico italiano che culmina nel 1992, anche Inno nazionale, nella sua interpretazione sbagliata, ma anche più popolare e strumentalizzata.

Fotografia e scenografia curate rispettivamente da Michele Paradisi e Francesca Balletta Di Mottola, sono due strumenti compositivi che creano significato: le zone scure comunicano qualcosa rispetto ai colori chiari, così come le forme architettoniche che manifestano l’imponenza, dittatoriale, che dai media si esprime fin dentro i luoghi fisici, fruiti dagli italiani tutti i giorni, nella loro quotidianità.

Ci lascia con la voglia di continuare a guardare, per scoprire l’Italia del 1992. 

[ads2]