Abu Omar: dopo torture e maltrattamenti arriva la condanna dell’Italia
“Le autorità italiane erano a conoscenza“. Per questo motivo la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia, che deve pagare 70 mila euro ad Abu Omar
[ads1] Abu Omar, nato in Egitto nel 1963, fu rapito a Milano il 17 febbraio 2003 da agenti della CIA. L’imam residente in Italia da alcuni anni, fu preso mentre si recava in moschea e subito trasferito in Egitto. Qui, sempre secondo quanto è stato ricostruito dagli inquirenti, fu torturato e maltrattato dagli agenti.
Il caso dell’imam di Milano Hassan Mustafa Osama Nasr è diventato noto per via delle azioni illegali dei servizi segreti nella lotta al terrorismo.
Di oggi, martedì 23 febbraio, è la notizia che la Corte europea dei diritti umani ha emesso una sentenza dura nei confronti dell’Italia. La Corte si esprime con queste parole: “Tenuto conto delle prove, la Corte ha stabilito che le autorità italiane erano a conoscenza che Abu Omar era stato vittima di un’operazione di ‘extraordinary rendition’ cominciata con il suo rapimento in Italia e continuata con il suo trasferimento all’estero“.
Facendo questo, l’Italia ha applicato il principio del segreto di Stato, legittimo ma in questo caso usato in modo improprio; questo atteggiamento non ha assicurato alla giustizia i responsabili, che non hanno mai risposto delle loro azioni.
Un’altra violazione commessa dall’Italia è stata quella relativa al rispetto della vita familiare dell’imam e di sua moglie.
La decisione dei giudici è stata questa: L’Italia deve pagare!
Mentre alla moglie andranno 15 mila euro, all’imam il nostro Paese dovrà versare ben 70 mila euro. La sentenza di oggi non è definitiva; sarà tale se sarà negato un nuovo esame del caso davanti alla Grande Camera.
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