4 Settembre 2015 - 19:09

Affinità e divergenze fra il “compagno” Renzi e B

renzi

L’annuncio sul taglio di TASI e IMU da parte del Premier Renzi ricorda molto la politica Berlusconiana post 2006. Le affinità fra i due leader si estendono, però, anche ad altri ambiti

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Un vecchio album dei CCCP, datato 1985 e dal titolo “1964 – 1985 Affinità e divergenze tra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età” (uno dei più lunghi nomi di sempre tra gli album pubblicati in Italia) rappresenta un pietra miliare del punk “made in Italy” che descrive uno spaccato di vita degli artisti (diviso fra la descrizione della calma vita di provincia ed esperienze sociali passate) confrontandolo con una società talmente differente e lontana rispetto a quella della band.

Il titolo di quell’album, però, può essere ripreso nella quotidianità facendo riferimento a diverse situazioni e personaggi che sembrano, in maniera paradossale, somigliarsi fin troppo.

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi

Accade così che con l’inizio del mese di settembre, a ridosso di un’importante votazione che potrebbe cambiare totalmente il destino della rappresentanza italiana (la riforma costituzionale che modifica il bicameralismo perfetto), comincia a riecheggiare in tutti gli angoli d’Italia il vecchio caro “slogan” dell’abolizione delle tasse sulla casa.

Il 25 agosto 2015, sul palco del teatro Rossini di Pesaro, il Segretario/Premier Renzi ha annunciato, dopo aver anticipato il tema al meeting di CL, la “morte della TASI e dell’IMU“.

La notizia, che ha creato non poche discussioni con la UE a causa delle raccomandazioni sulla gestione del debito italiano, ha destato non solo grande stupore nella popolazione ma ha anche riportato la mente di tutti a qualche anno fa in occasione di una famoso “patto con gli italiani”.

Ebbene sì, il taglio della tassa sulla prima casa è stato, originariamente, portato alla luce dal leader di FI Silvio Berlusconi che, in occasione della campagna elettorale del 2006, tirò fuori dal cilindro l’argomento, maggiormente diretto e comprensibile dalla popolazione, senza pensare alle effettive conseguenze (vedi tassa di scopo necessaria per colmare le “mancanze” comunali).

L’affinità fra i due leader, “storicamente” agli antipodi (ma neanche tanto), però, non è riscontrabile solo in questa unica occasione ma anche in altre “grandi” decisioni riprese secondo un vecchio schema.

Mercato del lavoro: Attraverso la riforma Biagi, l’ex Cavaliere ha rimodulato tutto il mercato del lavoro, introducendo i contratti atipici e legittimando la precarietà generale. L’attuale Premier, invece, si è spinto anche oltre grazie all’abolizione dell’art.18 (cosa mai riuscita a Berlusconi che ci provò invano) e alla legittimazione della totale subordinazione nei confronti del datore di lavoro. In questo caso sono spariti i contratti atipici ma si è resa ancor più precaria la vita.

Ambiente: Sul tema i governi di centrodestra si sono trovati ad affrontare una delle grane maggiori per il paese: il problema spazzatura a Napoli. In questo caso è stata presa la decisione più semplice e sbrigativa attraverso i “siti di interesse strategico nazionale” (nuove discariche o vecchie riaperte) e nuovi inceneritori. Anche il governo Renzi ha mostrato la stessa attitudine in campo ambientale attraverso la “sblocca Italia” dove, togliendo qualsiasi tipo di potere decisionale alle regioni, si è deciso di puntare maggiormente sulla “semplificazione” per l’estrazione di idrocarburi e l’incenerimento (previsti, in base ad indiscrezioni, 12 nuovi inceneritori sparsi per l’Italia) in barba alla differenziata.

Scuola: Il tema della privatizzazione scolastica sembra essere centrale per entrambi. Mentre da un lato, però, si tendeva a “precarizzare” alcune cattedre, rendendo anche difficile l’inserimento nel sistema, dall’altro ci si è spinti oltre rendendo precario l’intero corpo docente ed elevando il Preside a decisore assoluto delle sorti degli istituti (con ampi poteri anche su nomine, licenziamenti e fondi da attribuire a determinate materie piuttosto che ad altre).

A tutto questo va unito il forte potere mediatico e la leadership carismatica dei due personaggi che ha portato a formazioni partitiche basate più sulla persona che sulle politiche generando una sorta di “partito elettorale personale” (simile a quelli statunitensi) fondato sui vincoli ambientali (ed elettorali) e sulle scelte strategiche dei leaders in relazione alla strategie da adottare per raggiungere gli obiettivi iniziali.

Infine, altra caratteristica comune è il totale distacco dalla realtà che viene evidenziato, oltre che dalle riforme e dalle proposte poco attinenti con i veri bisogni della popolazione, attraverso la riproduzione di dati (spesso falsi) per mostrare la bontà di ciò che è stato fatto.

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