7 Marzo 2015 - 16:28

Aida, Rino Gaetano e il racconto di un paese

Aida e il ricordo dell’Italia

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Incideva, appena 38 anni fa, Aida, alludendo chiaramente all’opera di Giuseppe Verdi, all’interno dell’omonimo album, il cantautore calabrese Rino Gaetano.

Ma chi è Aida? Si chiedono ancora in molti a distanza di anni.  Aida sono tutte le donne, Aida è la personificazione aidadell’ Italia stessa, Aida è chiunque riesca ad identificarsi nelle sue parole.

Lei sfogliava i suoi ricordi le sue istantanee, i suoi tabù 

Si fa un salto nel passato , un passato fatto di ricordi da dimenticare, cancellare. Che è un passato legato alla tradizione cristiana lo si intuisce dal seguito della frase

le sue madonne, i sui rosari 

Un passato legato a un popolo di viaggiatori, di navigatori, ad una tradizione marittima:

e mille mari e alalá 

  i suoi vestiti di lino e seta, le calze a rete, Marlene e Charlot 

Il compositore si riferisce all’avvento dei Tempi Moderni, alla seconda rivoluzione industriale e a tutte le problematiche ad essa collegate, senza mancare di riferimenti politici.  Si allude infatti alle guerre e alle campagne militari che hanno caratterizzato questo momento storico:

e dopo giugno il gran conflitto e poi l’Egitto e un’altra età 

Non tardano però ad arrivare gli espliciti riferimenti al mondo politico, in particolar modo al fascismo, al periodo buio derivato dal suo avvento, fino alla sua caduta che ha lasciato un Paese in ginocchio:

marce svastiche e federali sotto i fanali l’oscurità e poi il ritorno in un paese diviso più nero nel viso più rosso d’amor 

Aida come sei bella

Con il sarcasmo che lo contraddistingue e la voce graffiante che fa di lui un artista unico, il figlio unico della canzone italiana, come da molti è ricordato il cantante, inneggia in chiave malinconica a una donna, a un Paese, ad un’ Italia ancora bella, ma non abbastanza valorizzata, ad un’ Italia destinata a rimanere “bella e triste”. 

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