18 Luglio 2017 - 20:25

Giffoni Experience 2017, Amy Adams dalla danza al set

Amy Adams

Giffoni Experience 2017, l’attrice statunitense Amy Adams ha incontrato i giurati in Sala Truffaut per raccontare la sua carriera, dalla danza al set

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Amy Adams è stata la star internazionale che ha incontrato i fan per la quarta giornata del Giffoni Experience. Disponibilissima per foto e autografi, Amy ha incontrato i giurati in Sala Truffaut per rispondere alle loro domande.

La star ha portato con sé la figlia piccola che ha assistito all’incontro seduta accanto ai ragazzi. Si è soffermata molto sulle origini della sua carriera, raccontando di come sia passata dal ballo e canto alla recitazione. “All’inizio ero una ballerina – ha detto ad uno dei ragazzi che ha potuto porle una domanda – “poi ho capito che volevo recitare. Non mi sono mai sentita un’attrice e per me è ancora difficile definirmi tale, quello che mi interessa è raccontare storie che piacciano alla gente e che possano aiutarla in qualche modo”

Sul ruolo sociale dei suoi film, Amy ha detto di scegliere i suoi ruoli in base a ciò che può aiutare le persone ad identificarsi con i personaggi e a ragionare sulle proprie azioni. “Per me è molto importante che i ruoli possano ispirare le nuove generazioni. Cerco sempre di trasmettere il messaggio per cui siamo tutti uguali e dobbiamo collaborare fra noi. Spero che non mi tradirete su questo”

A proposito dei ruoli che l’hanno resa famosa, Amy non ha voluto nominare apertamente un film che non avrebbe rifatto perché è uno dei più amati dal pubblico. “E’ difficile dare tutto sul set, tornare a casa e avere qualcosa da dare anche alla mia famiglia. Non voglio fare espressamente il nome del film che non rifarei perché è uno dei più amati dal pubblico, ma sicuramente mi ha insegnato molto su come lavorare e mi ha cambiato da questo punto di vista”

Domanda interessante anche quella di una giurata sul sessismo ad Hollywood, che Amy ha voluto discutere riferendosi al sessismo nella nostra società in generale. “Una volta discutevo con un mio collega famoso” – racconta – ” e lui, parlando di una proposta abbastanza “indecente” ricevuta in un film, mi ha semplicemente risposto di dire di no. Io a quel punto gli ho detto che il no per lui è una risposta insindacabile, per me l’inizio di una lunga ed estenuante conversazione. Questo è quello che dovrebbe farci riflettere”.

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