19 Luglio 2016 - 09:41

Ancora sangue in nome di Allah

diciassettenne afgano

Ancora sangue in nome di Allah: un diciassettenne afghano armato di ascia ha ferito 4 persone su un treno treno diretto in Baviera

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Ancora sangue in nome di Allah. Un diciassettenne afghano armato di ascia ha ferito 4 persone su un treno treno diretto in Baviera. Il consueto urlo dei militanti dello Stato Islamico, “Allah Akbar“, ha echeggiato nei vagoni del treno regionale che viaggiava da da Treuchtlingen a Wurzburga. L’assalto è avvenuto intorno alle 22.10 sul treno regionale che era in viaggio sulla linea ferroviaria tra Ochsenfurt e la e la stazione di Würzburg.

Diciassettenne afghano

Il convoglio del treno dopo l’attacco del diciassettenne afgano

L’autore de terribile gesto è un diciassettenne afghano, che secondo le prime ricostruzioni della polizia, sarebbe salito a bordo del treno regionale armato di ascia e coltello e al grido di  “Allah Akbar” ha attaccato i passeggeri presenti sul convoglio. Secondo le indagini egli avrebbe agito da solo, finendo poi con l’essere ucciso durante un vano tentativo di fuga lungo i binari, dopo aver commesso il fatto. Il ragazzo era armato di ascia e coltello, evidentemente intenzionato a spargere altro sangue. Quattro le persone ferite dall’assalitore, mentre per gli altri paseggeri “solo” una grande paura e lo shock.

Il profilo del giovane ricostruito dagli investigatori parla di lui come un giovane normale, giunto in Germania, dall’Afghanistan senza famiglia. Egli avrebbe vissuto per un certo periodo di tempo nella zona di Wuerzburg, e di recente sarebbe stato affidato ad una famiglia del posto. L’ipotesi di radicalizzazione del ragazzo è ancora al vaglio degli inquirenti ma, come nel caso dell’attentatore di Nizza, si parla più di un “lupo solitario” che avrebbe dato ascolto ai “precetti” del portavoce dello Stato Islamico,  Abu Muhammad al Adnani, che avrebbe invitato i suoi a spargere altro sangue attaccando i miscredenti ovunque e con qualsiasi mezzo, anche con armi come il coltello.

Ancora sangue e ancora un singolo che si fa portavoce di molti, eludendo quelli che, ovunque rassicurano essere dei rafforzati controlli di sicurezza. Come ha potuto questo diciassettenne salire armato su un convoglio? Dove sono questi controlli? Forse trattandosi di una tratta regionale era un obiettivo trascurabile? Tutte domande a cui solo coloro che dovrebbero garantire la nostra sicurezza dovranno rispondere. Se saranno capaci di farlo.

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