25 Marzo 2017 - 11:38

Anniversario dei Trattati di Roma, c’è veramente da festeggiare?

Anniversario dei Trattati di Roma, c'è veramente da festeggiare?

L’anniversario dei Trattati di Roma porta a celebrare i 60 anni di Europa. La ricorrenza, però, dovrebbe far riflettere su quanto fatto fino ad ora per la creazione di una vera unione fra gli Stati

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L’attesa per l’anniversario dei Trattati di Roma è ormai giunta al termine ma una serie di riflessioni impongono di ritornare sull’effettiva necessità di festeggiare qualcosa.

Gli atti costitutivi della CEE, che spalancarono poi le porte all’attuale UE, richiamavano alla mente una serie di elementi degni di creare e cementificare una nuova identità basata, in sostanza, sulla solidarietà.

In questi, infatti, partendo da una base economica, veniva evidenziato l’aspetto di mutuo soccorso che, successivamente alla disgregazione dettata dalla seconda guerra mondiale, avrebbe garantito non solo un duraturo periodo di pace ma anche una crescita simultanea in grado di contrastare ogni tipo di disparità.

Guardando ai giorni nostri, le pecche emerse dall’originario progetto sono diverse e l’anniversario dei Trattati di Roma sembra essere più una ricorrenza di facciata che altro.

In pratica, la manifestazione di oggi richiama una presenza statica, nel periodo di maggiore disaffezione per l’organizzazione internazionale, che il reale lavoro effettuato negli ultimi anni per arrivare ad un’equità di Stati per il miglioramento della propria vita interna.

Il primo punto che, a tutti gli effetti, mette in discussione l’anniversario dei Trattati di Roma è proprio l’avversità dei singoli Paesi nei confronti di un’istituzione che di recente ha saputo solamente imporre regole senza guardare minimamente l’andamento interno.

Il ritorno dei “conservatorismi” nazionali, come dimostrano le diverse espressioni nate dal 2008, oltre ad essere un vero e proprio fallimento dell’UE, rappresentano proprio il prodotto di ciò che la stessa Unione non ha saputo fare nei confronti di chi chiedeva aiuto.

Anniversario dei Trattati di Roma, c'è veramente da festeggiare?

Disparità, politica e decisionale, nella tenuta dei singoli Stati e abbandono totale degli stessi al proprio destino, sono due degli elementi che da un lato hanno fatto pensare sempre più all’UE come un padre pronto a punire il figlio discolo e dall’altro come un “circolo” ristretto le cui decisioni importanti sono ad appannaggio di pochi eletti.

A tutto ciò, inoltre, si è aggiunto anche il mancato sviluppo di un senso di appartenenza effettivo all’istituzione che, nell’intento di imporre anche una cittadinanza molto distante dai singoli cittadini, ha portato allo sviluppo di un’avversione verso tutto ciò che avrebbe dovuto avvicinare le singole popolazioni.

Infine, l’approdo ad una sorta di “conduzione unica” dell’organismo, ha evidenziato tanto un sentimento ostile verso l’una o l’altra nazione quanto una nuova visione che mira all’isolamento piuttosto che all’apertura verso differenti visioni del mondo.

L’anniversario dei Trattati di Roma, quindi, più che una giornata di celebrazione, dovrebbe essere concepito come una giornata di riflessione in cui, rivedendo tutte quelle scelte che hanno reso l’Unione una delle organizzazioni più impopolari della storia, si faccia mente locale su quanto non è stato fatto, piuttosto che su promesse su ciò che bisognerebbe fare.

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