contatore Arresti a tappeto nell'ambito dell'operazione Sansone
15 Novembre 2016 - 12:30

Arresti a tappeto nell’operazione Sansone

operazione sansone

Arresti a tappeto nell’ambito dell’operazione Sansone. 26 persone sono state fermate tra Archi e Villa San Giovanni, l’accusa è di associazione a delinquere ed estorsione

[ads1]

Arresti a tappeto nell’ambito dell’operazione Sansone. Tra i 26 fermati, alcuni membri della cosca Condello di Archi e altri affiliati ai clan della zona di Villa San Giovanni. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’estorsione, in aggiunta al favoreggiamento della latitanza di alcuni membri dei clan e alla procurata inosservanza della pena.

Gli interessi dei clan lambivano vari ambiti, ma quelli che sono finiti sotto nel mirino degli investigatori per l’operazione “Sansone” riguardano due importanti opere, la Salerno-Reggio Calabria e il ponte sullo stretto. Tra gli arresti eccellenti portati a termine non solo boss e affiliati. Uno dei fermati è infatti un imprenditore coinvolto nei lavori di ammodernamento dell’A3, Pasquale Calabrese, detto “u Raia” che, secondo le accuse formulate dal procuratore Federico Cafiero De Raho e dal sostituto della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Lombardo, sarebbe colui che si occupa in prima persona “dell’allestimento dei luoghi individuati per i sondaggi (a ciò servono le trivelle), propedeutici alle realizzazioni dell’A3 e del Ponte”.
Secondo il provvedimento che ha poi portato agli arresti “le evidenze investigative raccolte  hanno dimostrato che l’assetto imprenditoriale riconducibile al Calabrese costituisce lo strumento per favorire lo svolgimento delle attività delinquenziali a lui demandate dalla cosca di riferimento”.

Quello denominato “Sansone” è uno dei filoni d’inchiesta dell’operazione “Meta” che, sin dal 2010, aveva svelato le connivenze tra le cosche ‘ndranghetiste di Archi e gli imprenditori locali.

Nel mirino della Direzione distrettuale antimafia sono finite le cosche Zito-Bertuca, Buda-Imerti e Garonfolo, ma anche dei vertici dei clan di Villa San Giovanni come Santo Buda, Alfio Liotta, Vincenzo Bertuca e Domenico Zito.

 

[ads2]