8 Gennaio 2015 - 14:00

Artide, la scienza lancia l’allarme

Artide, il polo si sta riscaldando al doppio del tasso globale, ma i Governi del Consiglio Artico sono lenti nell’intraprendere un’azione comune

[ads2]L’AMAP, uno dei sei gruppi di lavoro dell’Arctic Council, che già in passato ha prodotto una serie di rapporti e comunicazioni di alta qualità che illustrano lo stato dell’Artico rispetto alle problematiche  climatiche e dell’inquinamento, ha lanciato un nuovo allarme.

Infatti l’ex presidente di AMAP, il canadese David P. Stone ha riferito che “I governi del Consiglio artico hanno ricevuto diversi ottimi rapporti sul cambiamento climatico nell’Artico che dimostrano che l’Artico si sta riscaldando al doppio del tasso globale, ma sono, lenti nell’intraprendere un’azione comune. Alla conferenza di Arctic Frontiers i rappresentanti delle industrie, i policy makers e gli scienziati hanno l’opportunità unica di avere colloqui informali e di delineare un approccio comune per ridurre gradualmente le emissioni di gas serra.”

L’Artide non è un vero è proprio stato, è la regione della Terra circostante il polo nord e contrapposta all’Antartide, caratterizzata dalla presenza della calotta artica. Non ha di fatto un’estensione definita perché non è uno Stato unico in quanto formata da varie parti di altri stati come Canada o Russia e dal Mar Glaciale Artico. Le problematiche ambientali e la gestione di questo territorio sono gestite dall’Arctic Councili, il Consiglio artico , che è un organo intergovernativo formato dai rappresentanti dei vari stati interessati, tra i quali Russia, Canada, Islanda, Finlandia, Svezia e Norvegia.

artide scienzaDal 18 al 23 gennaio a Tromsø, in Norvegia, Arctic Frontiers , un altro organo per la salvaguardia dell’Artico,  organizzerà la sua conferenza “Climate and Energy”, che al suo interno riunirà scienziati e policy makers, i quali valuteranno i risultati di questi  sforzi congiunti per salvaguardare l’ambiente artico e identificheranno quali esigenze richiedano ulteriori azioni. Si tratta di una sessione organizzata da Arctic Monitoring and Assessment Programme (Amap) ed International Arctic Science Committee (Iasc), due tra i principali centri di ricerca internazionali sull’Artico. Questa conferenza coinvolgerà anche alcuni responsabili politici europei e del Nord America, svolgendo così un ruolo fondamentale in collegamento politica e scienza per la regione artica.

La conferenza avrà come tema centrale il calo del prezzo del petrolio –  che in molti pensano sia parte di una guerra economica contro la Russia, uno dei Paesi dell’Arctic Council –  che rende nuovamente troppo costose le trivellazioni petrolifere, con costi e investimenti ormai nuovamente fuori mercato in ambienti terrestri e offshore molto difficili e pericolosi. Di questo problematica molto delicata se ne occuperà lo statunitense Robert Corell, della Global Environment Technology Foundation, ambasciatore di ClimateWorks e professore alle università dell’Artico e di Tromsø che avverte: «Il settore energetico sta affrontando crescenti pressioni derivanti dal cambiamento climatico. Tutti i segmenti del settore saranno interessati  dal cambiamento climatico globale e dalle risposte politiche da dargli».