23 Ottobre 2016 - 16:17

Asperger, la delicatezza di Ninetta Pierangeli racconta la malattia con ironia

Asperger

Il romanzo di Ninetta Pierangeli, “Asperger”, racconta con  delicatezza ed ironia le vicende umane di pazienti di una Asl all’avanguardia di Roma. Umanità, ma anche ironia e gergo romanesco gli elementi principali

[ads1]

Asperger non è solo il nome di una patologia imparentata con l’autismo, ma il titolo del romanzo di Ninetta Pierangeli, la cui scelta è motivata soltanto alla fine.

La storia si svolge in una Asl all’avanguardia di Roma, un centro specializzato nella cura di malattie neurologiche e psichiatriche dell’infanzia e dell’età adulta, dotato di un piccolo orto per l’ortoterapia, laboratori per attività artistiche, una palestra ed una piscina per riabilitaizoni motorie.

Essa ruota intorno alle vicende di vari personaggi, descritti esclusivamente nel profilo psicologico, in un modus pirandelliano di osservazione ed introspezione: Claudio, padre di un bambino che per ragioni sconosciute non parla, Marco, probabilmente affetto da schizofrenia, Ezra, una ragazza kosovara che ha subito un forte shock durante la guerra, Nina, madre di un bambino cerebroleso ed Antonio, uno stalker che cerca di guarire dalla sua ossessione per una donna. 

asperger

Asperger, la delicatezza di Ninetta Pierangeli racconta la malattia con ironia

Altri attori secondari, che diventeranno anche protagonisti sono Silvana, una donna depressa, ed un bambino dislessico, chiamato Angelo.

Sarà proprio l’orto a rappresentare un punto d’incontro per le vite dei protagonisti, che si animeranno per un misterioso dilemma, ovvero nulla di ciò che vi è stato piantato è cresciuto. Solo alla fine questo enigma verrà sciolto, grazie al racconto di Silvana.

Un romanzo che tratta in modo delicato, ed a tratti ironico, il dramma dei vissuti di una malattia che si avviluppano assieme, ed hanno come crocevia quello che è il loro luogo di cura.

Il linguaggio tra i protagonisti è volutamente colloquiale, che si rifà al dialetto romanesco, proprio per dare un tocco di autenticità alla storia.

L’Asperger è solo un simbolo della malattia presa nella sua astrattezza, ma che segna in modo concreto la vita quotidiana ed il pensiero delle persone, e che ha nella sua sintomatologia un’estraniazione dal mondo.

Lo stesso racconto finale del bambino Asperger, che non vuole rivelare il suo nome, e della farfalla, è una metafora di quanto i malati percepiscano l’instabilità del loro futuro causata della patologia e l’incertezza nella percezione di sè. 

Un tratteggio  ben riuscito di  un tema complesso e doloroso che fa parte del dramma di vivere umano. [ads2]