1 Marzo 2016 - 17:01

Asse Renzi – Verdini, verso il nuovo “grande centro”?

Il ritrovato asse tra Renzi e Verdini apre un’ulteriore fase nel sistema partitico italiano. La corsa verso il centro delle forze di governo sembra proiettarsi verso la formazione di una nuova grande area moderata

[ads1]Il sistema politico italiano, secondo la scienza della politica, può essere inteso non come la semplice somma fra le parti ma come l’insieme dei protagonisti e delle regole che caratterizzano l’intero apparato.

In un sistema in cui la legge elettorale incoraggia le alleanze e predilige le forze moderate (caratterizzate cioè da un’impronta non proprio alle estermità della partitocrazia), la situazione potrebbe essere molto più complicata di quanto sembra.

Renzi e Verdini

Renzi e Verdini

Sin dalla nascita del celebre porcellum, in cui si privilegiava sostanzialmente uno scontro “simil-bipolare” (con due grandi forze alleate a due medie), il nostro Paese ha evidenziato sempre più l’attitudine delle diverse sigle a convergere verso il centro (piuttosto che rafforzare la loro collocazione naturale) per ragioni di opportunità politica e “appeal” elettivo.

Con l’approvazione del maxi-emendamento sulle unioni civili, questa situazione si è evoluta e, addirittura, ha scardinato qualsiasi barriera nella divisione dei partiti.

Con la fiducia attribuita al governo Renzi, Ala (il gruppo nato dalle ceneri dei verdiniani fuorisciti da Forza Italia) è riuscita a cogliere il duplice obiettivo di rientrare in gioco fra i decisori politici (riscrivendo così la maggioranza di governo) e tentare il “colpo grosso” al centro con Alfano e lo stesso Renzi.

Infatti, il quadro che si sta delineando a seguito delle esternazioni di Verdini a Porta a Porta, sembra indirizzare verso un’unica strada che riporterebbe alla luce una grande forza moderata, caratterizzata da visioni sostanzialmente diverse ma con identici fini politic,i che sappia raccogliere un’ampia fetta di elettorato italiano rimasto orfano con la fine della Dc.

Questa visione, nata dopo l’annuncio di un possibile gruppo con l’Ncd di Alfano e dopo gli apprezzamenti all’attuale Segretario/Premier Renzi, non sembra del tutto irreale e, soprattutto, rischierebbe di creare un nuovo terremoto in salsa tutta italiana.

In un futuro, non molto prossimo, sarà facile ritrovarsi di fronte al vero obiettivo di Renzi identificabile nel “famoso” Partito della Nazione.

In pratica, attraverso il nuovo avvicinamento di Verdini, si punterà a due traguardi:

  1. Isolamento, ed eventuale sgretolamento, della minoranza posta a sinistra della linea attuale (in modo da creare un Fassina bis che porterebbe al probabile annientamento dell’ala più “progressista” a causa delle regole imposte con l’Italicum)
  2. Creazione di una nuova mini-alleanza (come si vociferava già qualche mese fa) composta dal Pd(o quel che ne rimarrebbe) come asse portante e Ala-Ncd-Udc come supporto proporzionale

Il vero Partito della Nazione, quindi, portebbe rappresentare solamente la portata finale di un pranzo cominciato con i Responsabili 2.0, in cui un leader dotato di un determinato potere di ricatto partitico si pone l’obiettivo di fare propria l’eredità della vecchia Democrazia Cristiana, occupando il vuoto lasciato al centro, e allo stesso tempo, pur facendo emergere le stesse mancanze dei predecessore, e contemporaneamente presentarsi come “homo novus” e innovatore della politica italiana.

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