27 Dicembre 2014 - 11:30

I bambini e la richiesta: “Dalle uno schiaffo!”

Cinque bambini intervistati e messi alla prova in video prodotto da Fanpage. Alla domanda: “Dalle uno schiaffo” testimoniano l’innocenza che esclude la violenza

[ads2] Uno splendido video, realizzato da Fanpage, riprende: una strada affollata, cinque bambini e una bambina, tra i sette e gli undici anni. I bambini hanno di fronte una telecamera e la ragazzina dai lunghi capelli, molto carina. Gli vengono poste le più svariate domande: Cosa vuoi fare da grande? Cosa ti piace di lei? È bella? Seguite da riflessioni e osservazioni tenere e ingenue. Successivamente ai ragazzini viene fatta una proposta insolita, gli autori del video hanno chiesto a ognuno di loro di dare uno schiaffo alla bambina davanti alla videocamera.

“Uno schiaffo forte”.

La reazione dei maschietti alla richiesta e le loro motivazioni sono la prova che un mondo senza violenza sulle donne è possibile.

Sull’amore, sul rispetto, sulla dolcezza e sulla sensibilità, sono stati scritti fiumi d’inchiostro da poeti, filosofi e scrittori. Hanno provato tutti a definire i sentimenti, ma spesso, sono soprattutto i gesti, le azioni, a spiegarci il significato profondo dellamore. Avvolti in un’aurea magica (propria di questi giorni) i bambini manifestano in tutto il loro splendore un’innocente curiosità, che però si rompe quando gli viene chiesto di compiere un atto violento, di dare uno schiaffo alla bambina. Sui loro volti leggiamo l’imbarazzo, la tensione. Fino all’affermazione, sotto varie forme che – No! – non si può picchiare una donna (e non si può picchiare nessuno, aggiungeremmo), non si deve proprio fare.

Un video semplice in grado di riportarci al vero senso delle cose. Che stride con la cronaca nera che purtroppo racconta un 2013 come un anno nero per i femminicidi. Sono 179 le donne uccise in Italia, in pratica una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012. Le donne ammazzate sono aumentate del 14%. A rilevarlo è l’Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia. A spiegarlo in modo dettagliato è il sito Ansa. Il Sud è l’area più ad alto rischio, con 75 vittime e una crescita del 27,1% sull’anno precedente.

femminicidio

I dati del secondo rapproto Eures sul femminicidio

Femminicidio: una parola che inonda le nostre giornate, una parola che Word sottolinea come errore, che non dovrebbe esistere, come non esiste nel mondo dei bambini.

In un periodo di festività in cui il nido familiare diventa per alcune la tana del lupo, è bello ritrovare la speranza, anche attraverso un video come quello in basso. Non smettiamo mai lavorare sull’educazione, sul rispetto del prossimo e delle donne in particolare. L’innocenza tutta dei bambini, che si recupera un pezzetto a Natale, è il regalo migliore che possiamo farci. In una situazione drammatica e in continuo peggioramento, dove si è “colpevoli di decidere”, dove le donne vengono ammazzate per aver lasciato il proprio compagno. I bambini non hanno paura di decidere, di rifiutarsi, quei bambini sono lì a testimoniare che la corruzione dell’animo, che il seme della violenza, s’instaura solo molto dopo, quando le brutture di una società inadeguata, fondata sul maschilismo, finiscono per pervadere anche i cuori più nobili.

Una donna, adora quel bambino napoletano, che da grande vuole fare il pizzaiolo, per costruire la casa dei suoi sogni, quello che, risponde al cameramen che non picchia una donna con un secco e deciso: “No! Pecchè ij so Omm!”

Video produzione Fanpage.it
Luca Iavarone: ideazione, interviste, montaggio, coordinamento
Ivan Forastiere: fotografia/operatore
Giuliano Caprara: colorist/operatore
Andrea Esposito: assistente
Roberto Porzio: musica
Peppe Pace: audio