11 Febbraio 2016 - 16:59

Banche, il governo approva il decreto

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato in serata il decreto “banche”. Il premier sottolinea: “Il sistema italiano è solido, non è il più preoccupante del mondo”

[ads1]L’Europa ce lo chiede, il resto del mondo globalizzato attende una risoluzione celere. Un imperativo categorico che impone alla filosofia renziana un’accellerata. L’Italia deve dare una risposta, deve porre fine alla latitante questione delle banche, brandello emotivamente esposto all’autocrazia finanziaria, impositiva di condizionamenti oramai irreversibili.

Le banche italiane sono afflitte dalla procastinazione, riflesso di una meccanica tradizione intestina, e dinanzi alle richieste di austerità, efficacia ed efficienza dimostrano un lento adeguamento.

Ma le gesta dell’esecutivo delle ultime ore fanno ipotizzare una possibile e graduale guarigione. Difatti, nella tarda serata il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto contenente misure “urgenti” per la riforma del sistema creditizio. Questo primo tassello prevede una ridefinizione della struttura bancaria cooperativa e del ruolo delle BCC (banche di Credito Cooperativo), le quali costituiranno un’unica holding, una società per azioni con  patrimonio non inferiore ad 1 miliardo di euro. Tale condizione è necessaria affinchè la suddetta possa ottenere il rilascio, da parte della Banca d’Italia, l’autorizzazione ad operare come sistema cooperativo. Come precisato dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, tale misura dovrebbe garantire maggiore stabilità all’intero comparto.

Qualora una BCC non intenda aderire alla società, dovrà disporre di riserve con valore pari a 200 milioni di euro, e versare il 20% di imposte sulle stesse riserve. Allo stesso tempo, la non adesione comporta la perdita della natura cooperativa e la trasformazione in SPA. Un provvedimento che ha destato immediatamente preoccupazioni presso i vertici degli istituti e secondo fonti non ufficiali, circa 4-5 BCC resterebbero fuori dalla fusione.

Potrebbero essere “le Bcc facenti capo al gruppo toscano Cabel, la Chianti Banca che sta da qualche mese facendo acquisizioni, la Banca di Bologna, la Cassa Padana e forse qualcuno al Sud.”

Il decreto legge acclude disposizioni nell’ambito del processo di cartolarizzazione in virtù dei crediti pecuniari definiti “in sofferenza“. Prevedono l’ingresso nel mercato italiano di investitori privati di medio-lungo periodo, date le condizioni di mercato, e limitano l’intervento dello Stato ai soli titoli senior, i bond subordinati.

Nulla di fatto per il rimborso dei clienti azionisti, in seguito alle insolvenze dei quattro istituti falliti lo scorso Novembre. Renzi specifica: “Per i rimborsi alle persone che verranno riconosciute come truffate dall’arbitrato non c’è bisogno di un decreto legge, si tratta di aspettare il dpcm e il decreto ministeriale che sono sostanzialmente pronti e saranno presentati nei prossimi giorni”.

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