22 Ottobre 2015 - 17:48

Bianca Marconero ci porta dentro (e dietro) l’Albion college

Un college svizzero, un po’ di magia, degli amici e un mistero legato a Re Artù. Questi gli ingredienti di Bianca Marconero per spingerci a leggere la sua saga, Albion

[ads1]

Bianca Marconero, laureata in lettere, è l’autrice della saga Albion, che con uno stile limpido ed immediato affronta il mito di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda.

Marco Cinquedraghi, il giorno dei funerali di suo nonno scopre di dover partire per l’Albion college, situato tra i monti svizzeri. L’Albion è un prestigioso college al quale si ha accesso solo per diritto di nascita. Qui vi sono i regolari e i borsisti, chi può permettersi il costo della retta e chi, invece, lavora nel college per sostenere i costi. Si insegnano, accanto alle solite materie quali la matematica e la Storia, anche discipline specialistiche come la Filolimageogia Romanza e inconsuete come l’Arte del Combattimento. Marco incontrerà qui dei nuovi amici dando vita a storie di amori, soprusi e amicizie. Ma nulla è come sembra e le storie dei protagonisti prenderanno un binario del tutto inaspettato, del quale non voglio spoilerarvi nulla, posso solo dire che le loro vite si dimostrano profondamente intrecciate con la leggenda di Re Artù.

L’intervista di Zon all’autrice

•Dietro un grande libro c’è sempre una grande passione. La tua come è nata? Ci racconti il momento in cui hai realizzato che la scrittura era il tuo mondo?
Hai ragione. La passione muove il mondo. E, in merito alla tua domanda, me la sono fatta anche io, parecchie volte. Credo di aver cominciato a scrivere quando ho capito di non avere alcun controllo sulla realtà. Sembra una cosa stupida, perché è ovvio che nessuno ce l’ha, e non tutti aggirano la cosa inventando storie. Eppure a me è successo. Le mie storie nascevano dal desiderio di creare simulazioni di vita che fossero, almeno in teoria, sotto la mia giurisdizione. Poi, col tempo, ho realizzato che il controllo assoluto non era possibile neppure nella finzione, perché i personaggi, a volte, rimescolavano le carte in tavola e mi portavano dove non volevo andare. E a quel punto la scrittura è diventata, come la lettura, un modo per riflettere sul senso del nostro percorso, come esseri umani. Uno specchio della vita vera. Non esiste una senza l’altra.

•Albion è un’avvincente storia di magia in cui la fantasia (con la discendenza di Re Artù) e la realtà (con le storie di discriminazione sociale e amore dei personaggi) si uniscono. Da cosa è nata l’idea e soprattutto perché hai scelto la storia di Re Artù?
La materia del ciclo bretone è semplicemente meravigliosa. Muovendoti in quel solco puoi parlare delle emozioni di base come gelosia, ira, passione, puoi mettere in scena grandi amicizie, grandi amori e grandi imprese. Hai già tutto quello che ti serve. E, in effetti, la fortuna dei romanzi arturiani è pressoché ininterrotta.

•Albion è davvero molto bello e appassionante (consiglio a chi non l’avesse ancora letto di rimediare!) ma da fan ho odiato l’attesa del sequel. Devo però ammettere che sei stata adorabile nel far uscire nel frattempo dei racconti legati al libro. Temevi l’invasione dei fan? Nel libro non eri riuscita a dare lo spazio desiderato ad ogni personaggio?
Ti ringrazio per aver letto Albion e per aver apprezzato la side story di Samira. Era impensabile inserire la vera identità di questo personaggio nelle pagine del primo libro, perché a lei è legato un colpo di scena. L’attesa l’ho odiata anche io, credimi. Odiavo quel senso di frustrazione che mi faceva cestinare una versione dopo l’altra, ma dopotutto “Ombre” era difficile da scrivere e ha richiesto il suo tempo.
Quanto al resto, avrei voluto altre 100 pagine in Albion e 200 in più in Ombre, ma credo che sia giusto darsi un limite, o farselo dare dal proprio team. Sul progetto di Albion lavorano tante persone brave, e io mi fido di loro. Di tutti loro.

•Ombre. Il tanto atteso sequel è uscito da pochi giorni. Puoi regalarci qualche anticipazione? Il prossimo è già in cantiere?
Ombre” è davvero la seconda parte di “Albion“. Insieme formano Il ciclo del Primo Anno. Si tratta, essenzialmente, di romanzi di formazione. E, visto il valore di parabola iniziatica che si riscontra in molte fonti arturiane precoci, dove il cavaliere segue un percorso che lo porta a essere degno del re, della dama e della fede, in un escalation di valori, chiaramente figlia del suo tempo, il romanzo di formazione mi sembrava, a tutti gli effetti, una plausibile declinazione moderna del tema iniziatico. In fondo, Marco e gli altri imparano a diventare grandi. “Eredità”, terzo libro della serie, è completamente diverso. Rielabora l’aspetto magico e soprattutto “avventuroso” della storie arturiane. La stesura del testo è stata infinitamente più semplice, ed è quasi ultimata, ma, ovvio, la velocità con cui sarà pubblicata dipenderà dalla risposta dei lettori a “Ombre”.

•Ti va di regalare ai tuoi fan un aneddoto simpatico legato alla stesura dei tuoi libri e una citazione a cui sei particolarmente legata?
In realtà ce ne sono tanti, così tanti che ho deciso di raccontarli in un apparato di note, che si trova in appendice all’edizione digitale. Nelle note ho avuto l’occasione di parlare dei rapporti col ciclo bretone ma anche dei dibattiti col team, che hanno movimentato la revisione editoriale.
Il dibattito più acceso riguardava la visione del rapporto Marco / Helena. Io li vedevo in un mondo, il mio editor, Giampaolo Corradini, li vedeva in un modo diverso. Quando la voce narrante incarna il punto di vista di Marco, avere un uomo a suggerirmi come si comportano gli uomini, (quando sono molto molto presi da una ragazza), è stato davvero illuminante.

•Prima di lasciarti, parliamo del digitale. Albion è uscito anche in eBook. Cosa ne pensi dei libri digitali? Inoltre la tua pagina Facebook è seguitissima. Il web credi abbia contribuito al tuo successo?
Sai, io penso che il “successo” o, meglio, il “consenso” che ha riscosso il libro in rete sia francamente incredibile. Albion, per alcuni, è un libro di “culto“, le manifestazioni d’affetto sono impressionanti, la pazienza dei lettori ammirevole. Tutto questo, chiaro, mi carica di responsabilità. Albion esiste finché la gente lo legge e ne parla. E io ce la metterò tutta per portare a compimento questo progetto a cui mi dedico da quasi sei anni.

•Avrei molte altre domande ancora ma non voglio approfittare oltre della tua squisita disponibilità. Spero avremo un’altra occasione, magari dopo la lettura di Ombre.
Grazie infinite, io spero davvero di ripetere questa bellissima chiacchierata, così come spero che la saga di Albion si confermi, per te, una lettura piacevole.

Ringrazio di cuore Bianca e spero di aver stuzzicato la vostra curiosità spingendovi a correre in libreria!

[ads2]