21 Dicembre 2016 - 19:11

Black Mirror: futuro distopico o presente metaforizzato? Pt.3

black mirror

Black Mirror: è arrivato il momento di analizzare le analogie tra la terza puntata della serie e la vita reale. Questa volta, la lente di ingrandimento è puntata sulla libertà individuale. Cosa siamo liberi di fare? Fino a che punto realmente possiamo fare ciò che vogliamo? E come le nuove tecnologie influenzano la nostra libertà?

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Libertà. 

La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. Così recita l’articolo 15 della Costituzione Italiana. Ogni forma di comunicazione, scritta, orale e/o digitale è segreta, inviolabile. O almeno dovrebbe esserlo. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie e nuovi media, le leggi su diritto alla privacy sono andate evolvendosi, cercando di adeguarsi quanto più è possibile alle nuove forme di comunicazione. Ma siamo certi che la nostra libertà e/o segretezza è inviolabile e inaccessibile? Come avviene l’analisi in Black Mirror?

Shut up and dance.

Da che punto di vista avviene l’analisi da parte della serie? Tramite quello che è uno dei momenti più privati e intimi nella vita di un ragazzo. Quello dell’autoerotismo. La trama è raccontata in prima persona. Lo spettatore tende ad impersonificarsi nel protagonista della puntata, che viene perseguitato da un hacker, dopo esser stato ripreso durante un atto di autoerotismo. Costretto a fare ciò che gli viene detto per non finire in rete. Per poi scoprire che il tutto è un troll. L’epilogo è triste, ma giusto. Il ragazzo viene arrestato per pedofilia (gli atti di autoerotismo erano legati a foto di bambini). La sua libertà violata e The Punisher, l’hacker che era riuscito ad entrare nel computer del ragazzo, ne esce da vincitore. Il ruolo dello spettatore, in questa puntata, è il punto cardine. Ogni persona, che prende visione dell’episodio tende, in una prima parte, a prendere le difese del ragazzo, per poi condannarlo. Tramite questo triste episodio viene analizzato uno dei punti cardine delle nuove tecnologie: la libertà individuale. 

Presente.

Quello della privacy è un argomento ricorrente. L’episodio di Tiziana Cantone è solo l’ultimo della miriade di atti, che sarebbero dovuti essere personali, ma che, in un modo o nell’altro, diventano di pubblico dominio. Cosa vuole dirci in più Black Mirror tramite la narrazione di questo episodio? Semplice. Non siamo liberi. Mai. Non abbiamo segreti. O meglio, non possiamo averli. Con lo sviluppo della messaggistica prima e quello dei social media poi, non possediamo più una libertà individuale. Ognuno di noi, da qualche parte, in qualche modo, ha esplicato i suoi pensieri più profondi e perversi ad un’altra persona. Ciò che dovrebbe essere la nostra parte più intima non lo è più. I nostri sentimenti non sono più rinchiusi all’interno della nostra mente ma sono al 98% esplicitati da qualche parte, in forma scritta e leggibili da qualcuno. Una visione catastrofica, ma reale. E se ognuno di noi facesse mente locale, scoprirebbe che la sua libertà personale è stata violata. Colpa delle nuove tecnologie. Che sicuramente ci spingono ad un progresso sempre più evidente ma, allo stesso tempo, tendono a violare uno dei principi che è alla base dell’esistenza dell’essere umano. 

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