7 Ottobre 2016 - 14:31

Borse: Sterlina giù di 1,184 dollari, colpa del “fat fingers” ?

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Sterlina scesa a 1,184 dollari, valore minimo dopo 31 anni. Caccia al colpevole

Cattive notizie dai mercati, la sterlina stamane cala, come non avveniva da 31 anni, arrivata a toccare 1,184 contro il dollaro; anche rispetto all’euro la valuta inglese crolla a 9,415 pence, il minimo dal 2009, per poi risalire a 88,42 pence.

Gli operatori e gli analisti economici, non parlano di eccessivi timori legati alla Brexit,  ma di flash crash, cioè di un rapido e improvviso crollo delle quotazioni legato a un accavallarsi degli ordini automatici degli operatori e favorito dalla scarsa liquidità.

Il Guardian parla di un “fat finger”, cioè un errore umano di un trader che ha innescato una ripetizione eccessiva di vendite, si tratterebbe della cosiddetta “sindrome del dito grasso”.

“La causa centrale pare essere quella. Il flash crash potrebbe essere stato innescato da un fat finger, il cosiddetto dito grasso, che ha generato degli ordini troppo grandi per essere assorbiti in una fase di contrattazione, come quella delle ore notturne, in cui la liquidità inferiore”– afferma Carlo Alberto De Casa, analista del broker londinese ActivTrades -.

Errore umano o ipersensibilità di un algoritmo – Le affermazioni di Hollande

Cosa può aver generato questo flash crash è quello che da più parti si chiedono. Potrebbe essersi trattato di un errore volontario umano o di in algoritmo impazzito che regola il trading del pound, l’una e l’altra scaturite da un’interpretazione precipitosa delle parole del presidente francese, François Hollande sull’ “hard Brexit” :

 “Il Regno Unito ha deciso per la Brexit, in realtà credo per una dura Brexit. – ha dichiarato ieri – Bene, dobbiamo andare avanti con i desideri del Regno Unito di lasciare l’Unione europea e dobbiamo essere risoluti. Altrimenti, metteremo in dubbio i principi dell’Ue”.

Una ipotesi, questa dell’ampliamento delle parole del premier francese, che sostiene il Guardian: “la reazione automatica può portare a transazioni inattese, che causano violenti movimenti nei mercati”.

In altre parole, gli algoritmi possono anche essere programmati come reazione a conversazioni che circolano nei social media, o a titoli di giornali.

Una questione che si aggiunge al divorzio anglo-europeo e che sta tenendo banco negli ultimi mesi dopo la Brexit.