21 Aprile 2016 - 11:15

Breivik beffa la giustizia e vince la causa contro il Governo

Breivik

Breivik beffa la giustizia e la spunta nella causa contro il Governo norvegese per violazione dei diritti umani. Nel 2011 compì una strage tra Oslo e Utoya uccidendo 77 persone

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Breivik ha vinto. Si rinnova il dolore per i familiari delle 77 vittime e per uno Stato intero. Andres Behring Breivik, il fanatico di estrema destra che nel 2011 uccise 8 persone in un attentato dinamitardo ad Oslo e altre 69 sull’isola di Utoya, ha vinto la causa contro il Governo norvegese per “violazione dei diritti umani”. In violazione dell’Articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, Breivik ha fatto causa al Governo norvegese ritenendo ingiusti e inumani i suoi primi 5 anni di prigione passati in completo isolamento.

Anders Behring Breivik uccise 77 persone tra i 14 e i 20 anni

Anders Behring Breivik uccise 77 persone tra i 14 e i 20 anni

Secondo l’autore delle stragi del 2011, sarebbero stati violati il suo diritti di avere una famiglia e il divieto ad un trattamento disumano. Il regime di isolamento in cui si trova Breivik, non rispetterebbe gli standard minimi, ritenendo troppo lungo fin ora il suo isolamento e troppo esigue le dimensioni della cella, fattori questi che stanno causando, secondo la difesa dell’uomo, “stati di forte stress” per una personalità come la sua già fragile. Nonostante Breivik sia provvisto di ben 3 stanze, un computer (anche se non collegato ad internet), una televisione, una consolle per videogiochi e una piccola palestra.

Negata invece la sua richiesta di avere una corrispondenza con il mondo esterno, insieme alla richiesta di cessazione del controllo della sua posta e delle comunicazioni indirizzate a lui. La Corte si è espressa a sfavore in quanto si temono le finalità dell’uomo, ovvero fare proseliti all’esterno tra i simpatizzanti che, nonostante tutto, gli scrivono ancora in carcere. L’uomo è un simpatizzante di estrema destra e durante la prima udienza si era presentato facendo il saluto nazista.

Il 22 luglio del 2001 Breivik aveva fatto esplodere un ordigno nella zona dei palazzi governativi di Oslo al fine, come da lui stesso dichiarato, di “distrarre le forze di polizia” mentre portava a termine il suo obiettivo, ovvero recarsi sull’isola di Utoya dove era in corso un campo estivo dei giovani del partito laburista, per farne strage. Una volta approdato sull’isola aveva iniziato a sparare all’impazzata, uccidendo 69 persone, 34 delle quali di età compresa fra i 14 e i 17 anni, e ferendone altre 33. 

Uno dei sopravvissuti, Edvn Rindhal, studente di Trondheim, racconterà di averlo sentito gridare: «Bastardi, vi uccido tutti, non avete diritto di stare al mondo»Breivik, inoltre, era ossessionato dall’invasione islamica e dalla fusione delle razze e voleva colpire al cuore il sistema azzerando, secondo il suo contorto disegno, la classe dirigente del futuro norvegese. Secondo quanto dichiarato al momento della cattura, il suo intento era di rendere la Norvegia un posto migliore.

Con ideali tanto alti e nobili è ovvio che sole tre stanze gli stiano strette. E intanto i genitori dei poveri ragazzi caduti sotto i suoi colpi guardano ognuno quella unica stanza, vuota, nella propria casa, in cui il proprio figlio non rientrerà mai più.

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