20 Gennaio 2017 - 14:27

Brian Eno, “Reflection” e l’eterno fluttuare nella musica ambient

Reflection

“Reflection”, l’ultima opera dell’ex Roxy Music, è il tassello che trasforma la musica ambient in un concetto fruibile da tutti. Sound emotivamente “stabile”. E con quel tocco inconfondibile di Brian Eno

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Un eterno ed inconfondibile muro del suono, un susseguirsi di riverberi e tocchi leggeri. Si presenta così, per circa un’ora di ascolto, l’ultimo nato in casa Eno. Reflection, questo il nome dell’ultimo album disponibile dal 1 gennaio, è una suite. Non c’è bisogno di cambiare traccia, il synth lavora costantemente e senza interruzioni di sorta. Un’opera plastica e computerizzata, un viaggio subacqueo nel sound elettronico con un preciso marchio di fabbrica, quello dell’ex Roxy Music.

Brian Eno continua costantemente ad esplorare gli algoritmi, mettendo in ordine maniacale ogni singolo tocco del sintetizzatore. Ne esce un’opera cristallina, eterea, rarefatta. Non pretende di essere ascoltato con attenzione, perché non appena andrete a premere il pulsante play, Reflection entrerà nella vostra anima in punta di piedi, come una lingua di luce che si insinua tra le persiane.

Un moto vorticoso di addobbi musicali, di clic scampanellanti e suoni prolungati che nutrono le sinapsi. Vi perderete nel vento elettronico e vi lascerete trasportare come foste in mare aperto, senza onde anomale. Questo album è una casa in collina immersa nel verde, una porta socchiusa che non aspetta altro che essere spalancata. Una candela accesa e una fiamma flebile, non presuntuosa.

La classica musica d’arredamento, non appariscente. Le note scorrono come un lenzuolo di seta sulla pelle nuda, ne sentirete l’effetto ed i brividi ogni volta che cercherà di accarezzarvi. Un eterno limbo, una bolla di sapone in cui sarete avvolti con sublime eleganza. Reflection è il potere della persuasione trasformato in musica, un penzolare sul cornicione dell’elettronica, senza aver paura di cadere da un momento all’altro. Lasciatevi trasportare, senza chiedere dove né come.  E amerete il finale. 

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