13 Ottobre 2015 - 22:46

Emergono novità sul caso di Stefano Cucchi

Quattro sono i nuovi nomi dei Carabinieri indagati per la morte di Stefano Cucchi, giovane deceduto il 22 ottobre del 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga

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Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, Francesco Tedesco e Vincenzo Nicolardi. Questi i nuovi  nomi dei 4 carabienieri inseriti nel registro degli indagati per la morte di Stefano Cucchi, trentenne deceduto il 22 Ottobre del 2009 all’ospedale Pertini dove era stato ricoverato, dopo essere stato arrestato per droga. I primi tre carabinieri sono accusati di reato per  lesioni aggravate nei confronti del giovane. Parteciparono infatti, alla perquisizione in casa del ragazzo e al suo trasferimento nella caserma Appia, durante il quale potrebbe essere stato picchiato.

Vincenzo Nicolardi invece è accusato di falsa testimonianza. Stessa ipotesi di reato per la quale è iscritto già da tempo nel registro Roberto Mandolini, l’allora vice comandante della stazione di Tor Sapienza.

La morte di Stefano Cucchi è stato, ed è ancora, un caso di cronaca nera italiana che ha dato origine a celebri dibattiti  giudiziari che hanno visto coinvolti non solo agenti di polizia penitenziaria ma precedentemente anche alcuni medici di Regina Coeli. Il 5 giugno 2013 la III Corte d’Assise condannò infatti, quattro medici dell’ospedale Sandro Pertini a un anno e quattro mesi e il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo  , un medico a 8 mesi per falso ideologico. Il 31 ottobre 2014, a seguito di una sentenza della corte d’appello di Roma, sono stati assolti tutti gli imputati, anche i medici.

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Stefano Cucchi

Arriva oggi ad un punto focale l’intera vicenda, sembrano esserci concrete accuse dalla provincia di Roma verso i carabinieri e adesso va avanti l’inchiesta bis sulla morte del geometra romano, alla luce di quanto scritto nelle motivazioni della sentenza dai giudici d’appello : “Come avevamo detto fin da subito, la procura di Roma è andata ben oltre il primo contributo alle indagini che noi abbiamo dato. Questi successivi passi – aggiunge – confermano quanto da noi detto al trapelare delle prime indiscrezioni. Ora abbiamo altri indagati e tra di essi alcuni sono accusati di lesioni dolose aggravate. Loro ma non solo sono i veri responsabili della morte di Stefano. Questa contestazione, che riteniamo essere provvisoria,interromperà la prescrizione. Ma, lo ribadiamo con forza e lo stiamo provando, senza quel o quei pestaggi Stefano sarebbe ancora vivo. Questo è certo ed ormai tutti lo hanno capito”.

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