23 Gennaio 2015 - 16:55

Cetara, pittoresco borgo marinaro della Costa d’Amalfi

A ZONzo per le caratteristiche stradine del borgo marinaro più romantico della Costiera Amalfitana. Paese di pescatori, delle passeggiate al chiaro di luna lungo il porto turistico e del rinomato “cuòppo”. Cetara: tutto questo e tanto altro

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Dopo Vietri Sul Mare, prima perla della Costiera Amalfitana, il nostro viaggio tra le bellezze della Costa d’Amalfi continua verso l’interno. Le sinuose curve, tipiche di questo tratto costiero affacciato sul Golfo di Salerno, ci trasportano dolcemente nell’antica conca di Cetara, avvolta dal monte Falerio.

Cetara di notte

Cetara di notte

A vederla a primo impatto, sembra quasi di scorgere un Paradiso in miniatura, una sorte di rappresentazione presepiale naturale dove le onde addolciscono i margini e l’atmosfera tranquilla mitiga anche gli animi più turbolenti.

La quiete del paesaggio e il clima “ovattato” che si respira nel paese, però, non devono trarre in inganno. Cetara pullula di vitalità, di attività commerciali, di un turismo consolidato e una tradizione gastronomica che muove gusti e palati nazionali e internazionali.

Le origini di Cetara risalgono all’Alto Medioevo. Nel Medioevo la parte orientale del territorio di Cetara apparteneva al principato longobardo di Salerno, mentre quella occidentale era inserita nel tenimento del ducato romanico-bizantino di Amalfi.

Il paesaggio di quelle zone era caratterizzato da boschi, castagneti, la maggior parte dei quali appartenevano all’aristocrazia amalfitano-atranese e al monastero di S. Maria e S. Benedetto di Erchie.
Le aspre condizioni morfologiche della costa hanno costretto gli antichi cetaresi alla realizzazione di terrazzamenti sostenuti da muri a secco, denominati ancora oggi macerine. In tali terrazze a gradoni erano impiantati frutteti, vigneti, limoneti.

Torre di Cetara

Torre di Cetara

La Torre Vicereale domina e protegge Cetara e i suoi abitanti, donando un tocco antico ed elegante ad un panorama naturale che fa sognare.

Edificata in periodo angioino, la Torre è stata trasformata e fortificata ulteriormente durante la dominazione aragonese.
Il suo scopo non era soltanto quello di difendere il paese dalle invasioni dei Turchi dal mare, ma ancora prima serviva per difendere i traffici commerciali marittimi da scorrerie di pirati locali che partivano dalle strette insenature della costa.

La struttura architettonica della torre ha subito nei secoli parecchi cambiamenti. All’originale nucleo angioino di forma cilindrica, fu aggiunta la sopraelevazione “a doppia altezza” del periodo aragonese. Altri cambiamenti ha subito poi nei secoli successivi, fino all’aggiunta di due piani alla fine del 1800 che hanno stravolto in parte la struttura aragonese.

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Chi ha la fortuna di vivere anche solo per un giorno Cetara e il suo charme, non può non provare la carrellata di prodotti tipici presenti sul territorio. Primo fra tutti: la “Colatura tradizionale di alici”. Orgoglio gastronomico cetarese, ottenuto dal processo di maturazione delle alici sotto sale, seguendo un antico procedimento tramandato di padre in figlio dai pescatori di Cetara, attraverso regole semplici e tempi precisi.

Una vera prelibatezza che affonda le sue radici nella storia e nell’identità di Cetara e dei suoi abitanti.

Cuòppo fritto

Cuoppo fritto

Altro punto forte per il palato di grandi e piccini è costituito dal “Cuòppo fritto”, ovvero il cartoccio contenente pesce preparato e fritto in vari modi, soprattutto alici e pesce di paranza.

Cetara, seppur piccola, costituisce una gemma preziosa del “tesoro” firmato Costa d’Amalfi. Facilmente raggiungibile con i servizi di trasporto pubblico, (vedi orari Sita, cliccando –> qui ), Cetara offre una vasta gamma di attrattive, dal mare limpido, alle escursioni nella natura, passando per un patrimonio artistico importante e una quotidianità all’insegna della tradizione.

Da visitare assolutamente: la Chiesa di San Pietro Apostolo, ristrutturata nel XVIII secolo, avente l’interno barocco, con la cupola maiolicata, il campanile duecentesco a bifore e la cella campanaria a forma ottagonale.

La Chiesa e Convento di S. Francesco, dove sono presenti numerosi affreschi; di particolare pregio nell’abside una “Deposizione” del pittore cetarese Marco Benincasa e sulla navata una raffigurazione di Suor Orsola Benincasa la venerabile cetarese fondatrice delle Suore Teatine dell’Immacolata Concezione.

Infine, la Chiesa della Madonna di Costantinopoli, edificata dal 1868 al 1870 nella parte alta del paese. L’edificio fu danneggiato dalla tragica alluvione del 1910 e fu parzialmente ricostruito nel 1921. Ad epoca successiva risale l’aggiunta del campanile.

Insomma, un piccolo Paradiso “ovattato”, intriso di storia, di buona cucina e di grande fascino: Questa è Cetara.

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