8 Gennaio 2017 - 18:33

CHE POI D’INVERNO…

Oggi è 8 gennaio, qui da noi c’è la neve che non ha il coraggio di posarsi. Passi lenti, di giorno in giorno più lenti. Urli la tua presenza nella confusione quotidiana, tra stupidi commenti, in strade fredde e tra i rintocchi ovattati d’un altro inverno. Gli ultimi dolci natalizi stanno per finire, il che non fa presagire nulla di buono. Si ritorna alla routine, al monotono via vai di motorini e macchine, di autobus e gente che li rincorre. Si ritorna a calpestare la vita, senza pudore. Le luci natalizie sulle terrazze e i balconi, si spengono inesorabilmente in un ultimo luccichio colorato. Scendi per strada e conti le vittime del natale e dei suoi eccessi. Le ultime partite a carte sono forse seconde in quanto a tristezza ai karaoke nelle pizzerie. Mischi le parole tra una sigaretta e il vento che ti taglia la faccia. E con il vento va via quella forma autoctona di felicità che hai solo tu, che non sai spiegare e che, forse, non sei neanche capace di trasmettere. Quando ero piccolo vivevo lo stesso dramma, perchè la fine delle feste corrispondeva all’inizio della scuola, e quindi cercavo di ammalarmi per tempo. Ho sempre amato l’inverno perchè sento che è vero, non come l’estate che vola via. L’estate sembra così divertente e allegra ma non lo è, il sole è sempre di corsa e lascia tutti con l’amaro in bocca. L’inverno non pretende di essere di conforto, ma in fin dei conti sento che è consolante, perchè ci si raggomitola su se stessi e ci si protegge, si osserva e si riflette. E  credo che soltanto in questa stagione si possa pensare per davvero. C’è una sensazione di segretezza, di chiusura temporizzata che non ti dà nessun altra stagione. D’inverno si possono avere momenti più lunghi e tranquilli in cui gustare l’appartenenza a se stessi. Il freddo è così intenso che le parole si congelano non appena vengono pronunciate, e dopo qualche tempo si sgelano e diventano udibili, come se le parole dette in inverno rimanessero inascoltate fino all’estate. Per me è meraviglioso rimanere stretti a qualcuno dietro i vetri, magari fuori fa freddo, avvolti in una coperta e guardando il mondo congelato, i suoi lampioni dondolanti e le sue strade deserte. Un pò come le storie che ci raccontavano da piccoli, come la favole. Dove tutti, almeno una volta,  ci siamo incontrati, solo che non ci conoscevamo. L’inverno non è mai banale, ha sempre qualcosa da dirti. I suoi viali bagnati dalla brina e le sue corse sorde verso la notte. In esso si trova rifugio, e ci si ama perdutamente. Tra una coperta di lana e un sorso ad un thè caldo, anche questo inverno passerà. Tornerà a splendere il sole, facendo rimpiangere quei raggi di luce tra le nuvole che sembrano pura magia. Io sto qui e non ho fretta, non aspetto nulla, né tantomeno l’estate. Mi godo il freddo e il calore di un abbraccio, un camino che spruzza fumo e l’assordante silenzio dell’inverno. I suoi passi felpati, e le sue canzoni stonate.