17 Giugno 2016 - 20:12

Christo si è fermato al Lago D’Iseo

Christo ha terminato la sua passerella platinata sulle acque del Lago d’Iseo e già si preannuncia il pienone per la sua inaugurazione. E c’è anche chi coglie l’occasione per pensare alla più grande fragilità occidentale del nostro tempo: i flussi migratori

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La Land Art firmata Christo si manifesta ancora una volta in tutta la sua maestosa grandiosità, nonostante le critiche e i detrattori.

Christo Vladimirov Javacheff, (Gabrovo, 13 giugno 1935) artista bulgaro di fama mondiale, fin dagli anni Settanta interviene artificialmente su paesaggi spesso incontaminati o in realtà urbane modificandole in cosmo-sculture effimere quasi teatrali, capaci di accentuare le caratteristiche del territorio con colori e materiali d’effetto.

Il suo primo intervento site specific, Running Fence, del 1972-1976, in collaborazione con la moglie Jeanne-Claude, si estendeva per quasi 40 km recintando, lungo alcuni declivi, la campagna californiana. Quella prima serie di ampi teloni di nylon bianco esteticamente denotavano, in un gioco di contrapposizioni, un segno volutamente violento, quasi una ferita artificiale inflitta al paesaggio naturale.

Christo inaugura al Lago D'IseoDi questi giorni la notizia che l’opera dell’anno, concepita e finanziata dallo stesso Christo, The Floating Piers, è ormai terminata. Le sue passerelle galleggianti, rivestite di teli color oro, attraversano il Lago d’Iseo per tre chilometri, collegando il paese di Sulzano con Monte Isola e l’isoletta di San Paolo: un colpo d’occhio di notevole impatto.

Ed ecco che viene da interrogarsi sul suo statuto. The Floating Piers di Christo, la cui cifra ormai è riconoscibilissima – forse troppo – è arte ontologicamente pura oppure è arte-evento ben circoscritta nel mercato e nel sistema attuale? Di certo un pontile galleggiante è di per sé un evento, un’esperienza condivisa di ricerca, di scoperta o semplicemente ludica. Toccherebbe quindi chiedersi quale sia il reale problema, soprattutto in Italia. Il problema non è Cristo ma il pubblico dell’arte dall’aurea commerciale. 

Sicuramente The Floating Piers è un intervento ed un evento catalizzatore, che richiamerà masse transnazionali nell’area del bresciano: ciò potrebbe servire concretamente a rilanciare l’immagine del Lago d’Iseo sul mercato turistico. Questo è il potere di Christo, e non va sminuito.

Allora c’è chi pensa, come Simonetta Lux, che se Christo progettasse di realizzare una lunga passerella tra il Nord Africa e la Sicilia, potendo contare su consistenti fondi, creerebbe un simbolo per tutti i migranti e porrebbe in maniera immanente e significativa la loro causa all’attenzione mondiale.

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