14 Dicembre 2015 - 16:26

Conferenza Internazionale di Parigi sul clima

Si è conclusa la XXI COP di Parigi – Approvato nuovo accordo sul clima

[ads1] È stato approvato a Parigi, nella Conferenza internazionale, l’accordo sul clima con l’obiettivo di “accelerare la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra”.

La Conferenza è partita dal presupposto che “il cambiamento climatico rappresenta una minaccia urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta”.

I negoziati si sono tenuti a Le Bourget, alle porte di Parigi. Hanno partecipato le delegazioni di 196 paesi.

Ora l’accordo dovrà essere ratificato, accettato e approvato da almeno 55 paesi che rappresentano il 55% delle emissioni mondiali dei gas serra.

Ma cosa prevede l’accordo?

  • Aumento delle temperature entro i 2°: l’accordo stabilisce che questo rialzo va contenuto “ben al di sotto dei 2 gradi centigradi”, sforzandosi di fermarsi a +1,5°. Le emissioni dovranno calare dal 2020 per poter centrare l’obiettivo;
  • Consenso globale: a differenza dell’ultimo accordo, questa volta ha aderito tutto il mondo, Cina e India compresi;
  • Controlli ogni 5 anni: gli obiettivi saranno rivisti ogni 5 anni, iniziando dal 2018 ad aumentare i tagli delle emissioni, così da effettuare il primo controllo già nel 2023;
  • Fondi per l’energia pulita: saranno erogati 100 miliardi l’anno, a partire dal 2020, dai paesi di vecchia industrializzazione per diffondere nel resto del mondo le tecnologie verdi e decarbonizzare l’economia;
  • Rimborsi ai paesi più esposti: l’accordo prevede di compensare le perdite finanziarie, causate dai cambiamenti climatici, a quei paesi più vulnerabili geograficamente, che di solito sono anche quelli più poveri.

Le critiche che vengono mosse all’accordo riguardano sia l’eccessivo tempo perché si intervenga sulle emissioni – primo controllo il 2023 -, sia perché non è stata fissata nessuna data per l’azzeramento delle emissioni. Gli ambientalisti chiedevano una riduzione di almeno il 70% rispetto agli attuali livelli intorno al 2050, per raggiungere emissioni zero nel decennio successivo.

C’è da dire che a opporsi a fissare una data sono stati i produttori di petrolio e gas. In più è da sottolineare che non è stato previsto nessun intervento su aerei e navi, ciò in quanto, ad esempio, le emissioni di un volo Napoli-New York sono per definizioni internazionali e nessun paese le vuole conteggiare tra le sue.

clima

Intanto il Presidente di WWF Italia, Donatella Bianchi, ha dichiarato: “La conferenza sul clima di Parigi non ha solo prodotto un accordo ma ha lanciato un segnale che sprona la comunità globale verso una collaborazione su larga scala per affrontare il problema climatico. Parigi ha raccolto e rilanciato i segnali che arrivano da tutto il mondo:  oltre 1000 città si sono impegnate a utilizzare il 100% di energia rinnovabile, in Africa  è nato un progetto ambizioso per sviluppare le risorse di energia rinnovabile entro il 2020,  l’India ha lanciato l’International Solar Alliance, che comprende  più di 100 paesi  e mira ad affrontare allo stesso tempo l’accesso all’energia e il cambiamento  climatico. Occorre sviluppare proprio questo tipo di iniziative, ognuno nel proprio Paese e in collaborazione tra i Paesi, per far decollare l’accordo di Parigi”.

La responsabile del Clima ed Energia del WWF ItaliaMariagrazia Midulla – ha aggiunto: “Stiamo vivendo un momento storico. Stiamo assistendo all’inizio di una transizione globale verso l’energia rinnovabile. Allo stesso tempo, però, stiamo già subendo gli impatti drammatici del cambiamento climatico in atto. Da Parigi arriva un forte segnale per tutti, l’era del combustibile fossile si sta chiudendo”. [ads2]