27 Giugno 2015 - 00:12

Crisi Grecia, Tsipras dice no ai “ricatti” dell’Europa

Giovedì l’incontro tra Alexis Tsipras e l’Europa aveva portato a “proposte insufficienti” per fermare la crisi della Grecia e non farla cadere in default, ieri il secondo incontro e ancora nulla di fatto

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Il 24 giugno, giorno del primo incontro a Bruxelles tra il premier della Grecia Alexis Tsipras e Jean Claude Juncker, Mario Draghi e Christine Lagarde, non si era raggiunto l’accordo sperato e la seduta era stata sospesa. In notturna si era tenuto un vertice tra la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea e la Grecia. Il giorno dopo alle 8:00 si riapre la partita con le parti che sembrano rimanere lontano da un accordo che si basa su una tranche di 7,2 miliardi da proporre ai Capi di Stato europei. La mattinata non ha portato risultati buoni per la Grecia e si aspetta le 13:00 per la riunione delle Finanze dell’Eurozona. Alle 13:00 la Grecia si presenta con le stesse proposte: i 7,2 miliardi di aiuti, le pensioni, i tagli e la riduzione del debito che ormai è al 180% del Pil. L’Fmi e i governi principali, come la Germania,

grecia

François Hollande, Alexis Tsipras e Angela Merkel

premono sulla decisione del Parlamento greco entro il 30 giugno, dopodiché la Grecia sarà considerata in default e in arretrato. Vengono presentate due proposte separate. una da parte dell’Fmi e una dal ministro delle Finanze greco Yanis Varufakis. La seduta di giovedì viene sospesa senza accordo. Nella mattinata di ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente del consiglio italiano dichiarano che la decisione si prenderà nella seduta di oggi. Intorno alle 11:00 la cancelliera Merkel e il presidente francese Hollande hanno incontrato Alexis Tsipras e si parla dell’estensione del programma finanziario e di assistenza. Intanto il ministro francese Michel Sapin conferma la non esistenza di un “Grexit”, non è possibile che la Grecia esca dall’Europa. Quindi, si spera ad un accordo con i creditori che farebbe stringere ancora di più la cinghia alla Grecia. L’ultimatum è scattato e Tsipras dichiara che non accetterà questi “ricatti” dall’Europa e dai suoi governi. Alle 18:40 si chiude la terza trattativa con la Grecia sempre più convinta che per salvarsi ha bisogno dei 7,2 miliardi di aiuti e il rifiuto della proroga dei cinque mesi, altrimenti le misure restrittive porteranno al collasso dei popoli ellenici. Il default è concreto e l’1,6 miliardi la Grecia li deve restituire all’Fmi entro fine mese; come se non bastasse gli aiuti non si sbloccheranno senza un accordo con l’Europa. La richiesta dei creditori però comprende anche la rivisitazione delle pensioni e del mercato del lavoro che porterebbero a nuovi tagli e di conseguenza a nuove tasse.

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