21 Dicembre 2016 - 12:16

Dallo scritto allo schermo: Dickensian

Dickensian

Per gli amanti dei magnifici racconti di Charles Dickens, una serie tv in cui i suoi personaggi si animano e si incontrano: Dickensian

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Charles Dickens: Vita e Opere

Romanziere inglese tra i più popolari della storia della letteratura di ogni tempo, mostro di bravura capace di creare storie immortali con una scrittura abilissima e comprensibile a tutti, Charles Dickens nasce il 7 febbraio 1812 presso Portsmouth, secondo di otto figli. Il padre John era impiegato all’ufficio della Marina e la madre Elizabeth Barrow era figlia di un funzionario statale. Nel 1824 il padre viene arrestato per debiti: rinchiuso in prigione, vi resta qualche mese finché, grazie a una piccola eredità, la famiglia può finalmente appianarne i debiti. In quei mesi bui il dodicenne Charles conoscerà il duro lavoro del manovale, lo sfruttamento dei minorenni (vero scandalo dell’Inghilterra di allora) e la brutalità di alcuni rappresentanti delle classi subalterne.

Le condizioni di lavoro erano spaventose: gettato in una fabbrica simile ad una sporca baracca infestata dai topi, insieme ad alcuni coetanei dei bassifondi incollava etichette su flaconi di lucido per scarpe. Sono esperienze che gli resteranno nell’anima per sempre come una ferita mai rimarginata e che saranno fondamentali per la sua inesauribile invenzione letteraria.

I suoi romanzi

I romanzi di Dickens, pur con risultati differenti, rappresentano uno dei momenti più alti del romanzo sociale dell’Ottocento. Un misto di prosa giornalistica e classica affabulazione con un marcato occhio sensibile verso la realtà sociale e le esigenze del lettore con il quale crea una comunicazione sempre di alto livello.

Le sue descrizioni di ambienti, situazioni e personaggi rappresentano un affresco fondamentale per comprendere la società inglese del diciannovesimo secolo. Non a caso, la tematica dell’infanzia sfruttata occupa un posto di primo piano nei suoi capolavori (Oliver Twist, David Copperfield e la Little Dorrit), inoltre, la sua capacità critica rese tali opere degli interessanti punti di partenza per muovere una più generale e pertinente denuncia nei confronti della società industriale dell’Ottocento.

Londra è l’ambientazione preferita di molte delle vicende create dall’autore. Il fatto che le storie siano state ideate per pubblicazioni seriali – come esigeva il gusto dell’epoca – ha reso alcune delle sue pubblicazioni evidentemente poco omogenee, se non addirittura discontinue, sia dal punto di vista del plot che della forma. La moda del romanzo sentimentale, estremamente in voga in quegli anni, ha poi influito profondamente sulla produzione dello scrittore, portandolo ad enfatizzare situazioni, atmosfere e stati d’animo che al lettore di oggi potrebbero apparire addirittura svenevoli. Ma tutto ciò non ha minato la qualità dei romanzi di Dickens, né gli ha impedito di affrontare i grandi problemi sociali dell’epoca con uno spirito critico in grado di evolversi e di coinvolgere in tale evoluzione lo stesso pubblico dei suoi appassionati lettori.

I suoi personaggi

Analizzando attentamente i personaggi che popolano le tante storie di vita, potremmo affermare che Dickens abbia creato delle vere e proprie caricature,e non è difficile comprendere anche le motivazioni e gli obiettivi di tale procedimento allo stesso tempo ironico e stigmatizzante.

Pare quasi che dietro ad ogni figura, così attentamente e criticamente descritta, si nasconda una sorta di attacco diretto alle tante debolezze delle varie classi sociali del tempo. È vero che tale modo di catalogare e dipingere i personaggi potrebbe essere avvertito come un’irrealistica generalizzazione, ma ancora una volta occorre porsi nell’ottica del tempo per capire quali motivazioni abbiano spinto l’autore ad elaborare tale metodo descrittivo.

È inoltre interessante notare come, per la prima volta, siano i bambini i caratteri centrali delle opere. Oltre a renderci consapevoli di quanta sofferenza potesse essere avvertita dai piccoli abitanti degli ambienti descritti, tale nuovo punto di vista rende il mondo dell’infanzia il simbolo della innata purezza e saggezza dell’uomo, contrapposto alla corrotta e malvagia natura degli adulti.

Dickensian

Immaginate un posto dove poter incontrare, in un sol colpo, i personaggi di Canto di Natale, Oliver Twist, Casa desolata, Grandi speranze, La bottega dell’antiquario, L’amico comune, Martin Chuzzlewit, Barnaby Rudge e Dombey e figlio. Avete capito bene, un’intera cittadina popolata dai personaggi che avete potuto apprezzare tra le pagine dei bellissimi racconti venuti fuori dall’egregia penna di Charles Dickens.

Dickensian

Dickensian

Stiamo parlando di Dickensian, la serie tv andata in onda da dicembre 2015 a febbraio 2016 sul BBC One; si tratta di una mini serie di una sola stagione, composta di venti puntate di mezz’ora ciascuna, tranne l’ultima, di cinquanta minuti. Lo scorso aprile, la BBC ha confermato che la serie è stata cancellata. Probabilmente, però, questo non è un male; continuare avrebbe comportato che, a nostro avviso, gli sceneggiatori avrebbero dovuto inventare ed aggiungere elementi che avrebbero potuto rovinare racconti le cui trame sono talmente perfette così come sono, da essere intoccabili.

Dickensian è un gioiellino che è stato rilasciato nel periodo perfetto, quello natalizio, e nello stesso periodo, un anno dopo, noi siamo qui a parlarne. Volete forse dirci che i racconti di Dickens non si addicono a quest’aria di feste? Alcuni sono effettivamente a tema, ma anche gli altri rientrano perfettamente in questo clima.

E allora, che cosa state aspettando? Lasciatevi trasportare in questo mondo immaginario, dove vi capiterà di vedere il povero Bob Cratchit e il suo burbero datore di lavoro Ebenezer Scrooge incrociare la famiglia Havisham o il crudele Fagin. E potrete investigare insieme all’ispettore Bucket, per scoprire chi ha ucciso il povero Jacob Marley, il socio in affari del signor Scrooge. Tutto questo tra una pausa all’Old Curiosity Shop e una al Three Cripples Pub.

Non vi pentirete di nulla, ve lo possiamo garantire.

Articolo a cura di Ilaria Orzo e Giovanni Morese

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