24 Febbraio 2016 - 11:33

Ddl Cirinnà: e alla fine vinse Alfano

ddl cirinnà

Il Ddl Cirinnà finisce totalmente nel dimenticatoio in meno di una settimana. La scelta di Renzi di presentare un testo condiviso su cui porre la fiducia accontenta tutta la sua maggioranza ma scontenta la maggioranza di coloro che reclamano i diritti da anni

[ads1]Uno dei più celebri modi di dire, indicando una situazione in cui si tende a non scontentare nessuno, è quello che richiama i famosi “cavoli” ed una “capra”. Questo antico detto, che si fonda in sostanza su un giochino logico, tende ad evidenziare come, in situazioni di “crisi”, in qualche modo si riesce sempre ad accontentare tutti. In perfetta linea con le scelte del “barcaiolo” del suddetto gioco, anche il Ddl Cirinnà (fulcro dell’ultima settima politica italiana) ha subito un vero e proprio colpo di mano che tende ad accontentare qualunque gruppo e fare la felicità del “traghettatore” di turno.

Grazie ad un voto(non del tutto palese) unanime, l’Assemblea dei Senatori del Pd ha deciso di adottare la linea dell’emendamento governativo su cui sarà posta la fiducia. Nonostante il passo in avanti compiuto su un tema importante come quello delle unioni civili, non si può del tutto esultare sul destino della tematica in discussione. Infatti il Ddl Cirinnà, così come lo si conosce, non vedrà mai pienamente la luce perchè la decisione è quella di rimodulare con gli alleati le linee guida del testo di mano governativa.

ddl cirinnà

Ddl Cirinnà

In primo luogo si può dire che il “maxi-emendamento” che il governo presenterà a Palazzo Madama sarà frutto di un’ “intensa” contrattazione con i gruppi “conservatori” di maggioranza(NcD, Ala, UdC e centristi vari) e per cui non presenterà sicuramente la tanto discussa “stepchild adoption” (l’adozione del figliastro da parte del coniuge), su cui soprattutto l’NcD ha posto un veto.

A tutto ciò va unito anche il possibile stravolgimento totale dell’ idea iniziale, data la forte richiesta da parte del NcD(considerando anche le esternazioni di Alfano:“Chiediamo l’abolizione dell’equiparazione: un conto sono le unioni civili, un conto è il matrimonio”)di rivedere alcune parti dell’originario Ddl Cirinnà non gradite al gruppo.

Grazie all’accordo con l’intera area di governo, il Segretario/Presidente Renzi è riuscito, in un sol colpo, a raggiungere due macro-obiettivi:riunire il proprio partito (da un lato sono stati accontentati i cattolici dall’altro è stata imbrigliata la minoranza interna, che non ha mai mancato un appuntamento alla fiducia nonostante le diverse minacce)e ricompattare la propria maggioranza (che era parsa parecchio in pericolo dopo la discussione sul tema).

Non tutti però possono rimanere soddisfatti come nel “giochino” iniziale, in quanto la vicenda è riuscita a demolire ben due soggetti contemporaneamente: il Parlamento e la popolazione italiana.

Il primo, dopo la speranza di un dibattito serio(data l’importanza del tema) e la bocciatura del “supercanguro” da parte del Presidente del Senato Grasso(a cui vari esponenti del Pd hanno prontamente risposto con un“Poteva dirlo prima”), esce totalmente sconfitto in quanto permetterà, in maniera totalmente involontare (come accaduto anche in altri casi), di partorire l’ennesimo provvedimento senza alcuna discussione e tramite l’ennesimo ricatto governativo (che, con questa nuova fiducia, svuota totalmente l’istituzione parlamentare).

I secondi, invece, pur sperando in un cambiamento radicale nella penisola e in un’evoluzione nella società italiana, si ritroveranno solamente qualcosa di vagamente simile alla copia delle unioni civili che non garantirà qualsiasi altro tipo di nuovo “diritto” a coloro che da anni invocano parità di trattamento.

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