30 Giugno 2016 - 09:56

Diego Basso: «La musica è ascolto e rispetto per gli altri»

Diego Basso

Diego Basso, è direttore unico dell’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana e arrangiatore che, in oltre un venticinquennale di carriera, ha raccolto collaborazioni importanti in ambito nazionale e internazionale

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Il maestro Diego Basso è uno dei massimi fautori in Italia, della nobile missione di esportare la tradizione della musica italiana  all’estero, a testimonianza di un patrimonio fatto di amore, bellezza e poesia che da sempre arricchisce il nostro paese. Ha collaborato con alcuni dei principali nomi della musica pop italiana: Lucio Dalla, Riccardo Fogli, Mario Biondi, I Pooh, Luca Carboni, Amedeo Minghi, Katia Ricciarelli, Vittorio Matteucci, Red Canzian, Luisa Corna, Arisa, Il Volo e molti altri ancora. Ha inoltre diretto personaggi internazionali del calibro di Cheryl Porter, I Blue, Nate Brown and One Voice e Sananda Maitreya.

Il maestro ha gentilmente concesso a noi di Zon.it un’intervista dalle diverse sfaccettature: dagli aspetti più leggeri e personali, fino ad arrivare alla narrazione di importanti progetti e prossimi sodalizi artistici.

A.E: Il suo curriculum ha all’attivo: 800 concerti, 7 concorsi nazionali vinti, 5 CD incisi e più di 1000 partecipazioni a trasmissioni televisive nazionali e radiofoniche. Come si diventa il maestro Diego Basso?

Diego Basso

Il maestro Diego Basso in concerto

Diego Basso: «Diego Basso è prima di tutto una persona che ama profondamente la musica, che si “nutre” di musica e che attraverso la musica trova la giusta energia da condividere con le persone. L’inizio è nel canto corale, dove l’obiettivo è raggiungere l’unisono, dove non vi sono prevaricazioni, dove il rispetto è l’ascolto e l’attenzione per gli altri. Diego Basso è un direttore che ascolta, che entra in sintonia, che mette a proprio agio, che dialoga silenziosamente con l’orchestra e con gli artisti. Oggi grazie ai social questa percezione mi arriva dal pubblico stesso che scrive, commenta, mi fa “vedere” il concerto da una nuova prospettiva».

A.E: Quando ha capito che nella vita sarebbe potuto diventare un direttore d’Orchestra?

Diego Basso: «Quando ho iniziato a dirigere il coro della Parrocchia, un viaggio che prosegue tutt’oggi con il “Coro Stella Alpina di Treviso”. Da qui, ho appunto capito che avrei voluto seguire questa strada, perché fatta di persone, di emozioni e di condivisione di momenti. Al momento del lancio del mio sito web www.diegobasso.info che di recente ha preso la formula diaristica con #Diariodaunpalcoscenico , ho ricevuto una mail da un ex commilitone contenente parole bellissime e due foto incredibili proprio del coro del periodo del militare. Ecco, quelle parole, quelle emozioni, quelle immagini mi hanno fatto riflettere sull’importanza di momenti condivisi grazie alla musica e anche – se vogliamo riallacciarci allo scenario contemporaneo – all’importanza oggi del “mettersi in contatto attraverso il web”».

A.E: Se non avesse fatto il direttore d’Orchestra, sarebbe diventato?

Diego Basso: «Sarei partito per una Missione in Africa come missionario laico, dove probabilmente avrei creato un coro di bambini, una scuola. Essere a disposizione del prossimo per costruire qualcosa, per aiutare nella sofferenza, per supportare, per rendersi concretamente utili, questo è quello che avrei visto nel mio futuro. Come ho dichiarato durante la conferenza stampa del Festival Biblico, se non credessi in un mondo migliore e di grande speranza, non potrei mai dirigere un “One Minute Concert” ». Diego Basso

A.E: A proposito di “One Minute Concert” è la nuova sfida dell’Art Voice Academy, Centro di Alta Formazione per lo spettacolo, che lei dirige e coordina dal 2003. Un’iniziativa che la mette in diretto contatto con i bambini. Ci parli di questo interessante progetto.

Diego Basso: «Le idee arrivano da dentro, “scaturiscono dalle emozioni”, quelle sensazioni che si provano sul palcoscenico e che si portano dietro per giorni, a volte mesi, e poi in un momento decontestualizzato diventano realtà precise su cui costruire un progetto. È il caso di “One Minute Concert”. L’idea era appunto fare suonare i bambini come una vera orchestra. Oggi con la tecnologia si parla sempre più spesso di “esperienza immersiva” da qui la mia riflessione: fare sperimentare qualcosa di importante come il palcoscenico, e quella sensazione di condivisione che porta al tutto, all’uno, al nulla. Ed insegnare concetti importanti come il rispetto, l’attenzione, l’ascolto e l’osservazione. Naturalmente il tutto accompagnato da un progetto educativo e creativo attraverso il disegno e l’inserimento nello scenario contemporaneo».

A.E: Se la bacchetta con cui dirige fosse magica, proprio come quella nel film cult Disney del 1940 “Fantasia”, quale prodigio eseguirebbe?

Diego Basso: «Gli ultimi concerti, di cui sono stato anche Direttore Artistico, raccontano esattamente quello che vorrei: portare la Cultura Italiana attraverso la Musica, come ho tentato di fare nel mio progetto sulla Romanza; o come in “Seeds of Peace” che mi ha permesso di sperimentare suoni ed emozioni proprio grazie all’intesa con l’orchestra e con le cantanti che nello specifico erano di tre religioni: cristiana, ebraica e musulmana, ciascuna  con il suo percorso artistico e il suo “sound”. Raccontavamo la Donna, la Madre, la Terra, la Pace, accompagnati poi da un coro di voci bianche, l’innocenza, la voglia di fare, la vita che sarà. E proprio su questo desiderio di “una vita piena di speranza” ho immaginato un minuto di concerto per i bambini che si avvicinano alla musica e che attraverso la musica possono imparare il rispetto dell’altro».

A.E: Dirigerà ancora una volta l’Orchestra Filarmonia Veneta, in occasione del concerto-evento de Il Volo a Verona, previsto per il 4 luglio. Cosa si espetta da quello che si preannuncia uno degli appuntamenti musicali più attesi del 2016?

Diego Basso: «Come sempre mi aspetto musica, spettacolo, intesa, coinvolgimento, energia. Sono più di 50 ormai i concerti insieme tra Italia ed estero e sempre la stessa energia, la stessa intesa, ma soprattutto un grande rispetto».

Diego Basso

Diego Basso dirige Il Volo durante il tour americano

A.E: C’è un insolito rito che fa sorridere il pubblico: Ignazio Boschetto (membro de Il Volo) è solito rubarle la bacchetta nel bel mezzo del brano “Delilah” ed improvvisarsi ironicamente direttore d’Orchestra. È uno sketch che palesemente la diverte, che rapporto ha con i ragazzi de Il Volo?

Diego Basso: «Come dicevo prima, innanzitutto c’è un grande rapporto di rispetto e stima reciproca, su cui si basa un’intesa professionale. Con i ragazzi si scherza spesso, nella giusta misura, senza mai andare oltre. Sicuramente due generazioni a confronto che in qualche modo si mettono in “ascolto”. Io ad esempio, grazie a loro mi sono avvicinato ai “social”, a questi strumenti di dialogo che accorciano le distanze e ti mettono in contatto con le persone più o meno vicine. Sicuramente un modo nuovo e coinvolgente di dialogare con il pubblico, con chi ti segue e ti apprezza, senza lasciarsi sopraffare».

A.E: Ha diretto Il Volo durante il “Concerto di Natale al Senato” il 21 dicembre 2014 in diretta su Rai 1 e in mondovisione, alla presenza di Giorgio Napolitano e delle più alte cariche dello Stato. Cosa ricorda di quell’esperienza?

Diego Basso: «Sicuramente un momento di grande emozione e orgoglio. Essere lì è un grande onore e anche una grande responsabilità. E’ un mettersi in gioco e contemporaneamente un guardare indietro e vedere quanta strada è stata fatta per arrivare qui. Un viaggio dunque, che non ha una meta, ma ha un fine: la musica».

A.E: Quali consigli si sente di dare a chi vuole tentare la strada del direttore d’Orchestra?

Diego Basso: «Passione, determinazione, disciplina sono sicuramente aspetti fondamentali per chi vuole intraprendere questa strada, ma soprattutto il saper ascoltare e il saper provare un grande rispetto per gli altri».

 

La redazione di Zon.it ringrazia vivamente il maestro Diego Basso per il contributo apportato ai nostri lettori.

Crediti Foto a: http://www.diegobasso.info/area-stampa/foto/

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