18 Aprile 2016 - 15:50

Dilma Rouseff sempre più vicina all’impeachment

Dilma Rouseff sempre più vicina all'impeachment

Dilma Rouseff, la “presidenta”, in queste ore è sotto accusa per due scandali di natura economica che rischiano di compromettere definitivamente il suo mandato. La destituzione, con una sentenza che verrà emessa entro la fine di maggio, sembra ormai inevitabile

[ads1]Dilma Rousseff è sull’orlo del precipizio, dal punto di vista politico, naturalmente. Tra meno di un mese si saprà se il processo che la vede imputata porterà o meno alla sua destituzione, anche se sembra ormai inevitabile. Ieri la Camera dei Deputati ha votato in favore del processo, 353 voti a favore contro 128 contrari, finalizzato alla destituzione della “presidenta”.

Due i reati di cui, sostanzialmente, è accusata Dilma Rousseff. Una aggiunta alla spesa di bilancio di ben 27 miliardi di dollari che, secondo chi l’accusa, sarebbe stata decisa arbitrariamente senza il consenso del Parlamento, ma che è stata giustificata dal governo come una semplice “ridistribuzione delle risorse”. In secondo luogo, sempre secondo l’accusa, Dilma Rousseff avrebbe ritardato un pagamento al Banco Central per un credito destinato all’agricoltura. In merito a questo pagamento, l’accusa è di aver invece elargito un prestito al Banco Central, pratica questa proibita dalla legge.

Dilma Rouseff rischia l'impeachment, in un processo che la vede imputata per reati legati al bilancio

Dilma Rouseff rischia l’impeachment, in un processo che la vede imputata per reati legati al bilancio

Il sistema a capo del quale si trova la “presidenta” Dilma Rousseff è notoriamente uno dei più corrotti al mondo, ma le accuse vengono viste in questo caso come “pretestuosi cavilli” messi immezzo per destabilizzare il sistema, ormai logoro, facente capo al PT e al suo fondatore Lula Da Silva. Considerando anche la crisi profonda in cui il paese sembra sprofondato negli ultimi anni, non stupisce che si utilizzino anche piccoli “cavilli” per mettere in discussione un potere e una classe dirigente ormai sorpassata, nella cui destituzione il popolo e classe politica vede l’unico modo per risalire la china.

Dei 513 deputati che ieri hanno detto sì al suo impeachment, 303 sono sotto processo, o già condannati, per reati vari, quasi sempre legati ad episodi di corruzione. E nel Senato, dove la definitiva sentenza di condanna verrà emessa, 49 degli 81 membri vantano, infatti, ai più vari livelli, un invidiabile curriculum criminale.

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