28 Dicembre 2016 - 11:31

Doctor Who, l’attesissimo ritorno di un Dottore malinconico

Doctor Who, l'attesissimo ritorno di un Dottore malinconico

Dopo esattamente un anno dall’ultima comparsa del Dottore, lo speciale “The Return of Doctor Mysterio” sancisce un ritorno in grande stile per Doctor Who

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L’arrivo natalizio di Doctor Who lo attendevamo con ansia. Quella spasmodica. Sono passati “soltanto” 365 lunghissimi giorni da quel fatidico episodio “The Husbands of River Song”. Tutti i fan della Serie più amata di oltre Manica si stavano chiedendo quali fossero le sorti del Dottore dopo aver passato i suoi ultimi 24 anni con la donna che amava. Ebbene, in questo speciale abbiamo avuto modo di capire qualcosa.

Uno speciale “insolito”

Tutto ha una fine. Ed è sempre triste” – queste sono state le ultime parole del Dottore (altra encomiabile interpretazione del sempreverde scozzese Peter Capaldi) più malinconico del solito. E perché questo? La risposta è una sola: “Sono 24 anni. Il conto è quello. Il tempo passa per tutti, anche per me.” Questo speciale ha due collocazioni temporali fisse. Una prima parte dell’episodio va collocato prima della struggente serata passata vicino le Torri del Darillium, mentre l’altra successivamente all’ultimo addio dato all’affascinante archeologa River Song.

Niente Londra, niente pupazzi di neve assassini, nessuna Età Vittoriana. Questo speciale non ha presentato le caratteristiche peculiari degli speacial natalizi. La Big Apple ne ha fatto da palcoscenico innevato. Il Dottore qui conobbe un ragazzino amante dei supereroi che ebbe la sfortuna di ingurgitare una speciale gemma aliena che lo rese capace di sfruttare poteri sovrannaturali come quello di volare, di essere incredibilmente forte e di possedere una vista a raggi x.  Non sappiamo se è necessariamente un caso che il tema “supereroe” sia sbarcato nel palinsesto di DW  dopo un fenomeno di massa che ha investito ogni paese (vedi Marvel n.d.r.). Tuttavia Steven Moffat, che lascerà la conduzione e il ruolo di showrunner il prossimo anno, ha scritto un episodio leggero per alcuni versi e decisivo sotto altri.

Questo speciale aveva grossi rischi e grandi attese intorno a sé e rischiava di bruciarsi o, nel peggiore dei casi, rendersi inutile come per lo speciale natalizio con Matt Smith a bordo del TARDIS (The Doctor, the Widow and the Wardrobe). Immaginate adesso un unico episodio che: anticipa la nuova companion, è successivo ad una puntata straordinaria dal punto di vista emozionale come lo special del 2015, darà il via all’ultima stagione di Moffat e probabilmente anche quella di Peter Capaldi. Tuttavia, per fortuna, Il Ritorno di Doctor Mysterio non è stato schiacciato dal peso delle aspettative.

Un episodio di “transizione”

È palese il ruolo di questo speciale a “elemento di transizione”, è  infatti esplicativa la presenza (forse un po’ forzata di Nardole) che Moffat ha introdotto probabilmente per non presentare il Dottore in balia dei fluttui emozionali, per porre al suo fianco una figura conosciuta e chissà, probabilmente è stato un espediente utile per il pubblico forse troppo “spaventato” dal distacco con la Oswald, con River e con Moffat. Di certo questo personaggio lo ritroveremo anche più avanti come mostrato nel trailer ufficiale della decima stagione – quella in cui avremo la comparsa ufficiale di Bill, interpretata da Pearl Mackie.

Dopo gli sviluppi della seconda parte della puntata, con la maturazione del bambino in Super Ghost da sempre innamorato della reporter Lucy Lombard (immaginate la vicenda di Superman al contrario), con la sconfitta del Collettivo dell’Armonia i procinto di infettare tutta la Terra attraverso la resa dei corpi in esoscheletri che potessero proteggere questi parassiti alieni, ci resta un Dottore conscio della sua situazione. Il mondo starà bene. Sono stato via per un po’, ma adesso sono tornato. Mi occuperò io di tutto quello che succederà.”

Queste parole suonano forti nonostante i malesseri dovuti all’amara vicenda con River Song, ma proteggere il pianeta Terra, magari con più determinatezza del solito, potrebbe essere l’unico modo per cicatrizzare delle dolorose ferite, quelle d’amore.

Il tempo

Che il tempo fosse parte fondamentale del mondo di Doctor Who è risaputo. Ma che il tempo potesse cambiare la propria accezione interna, un po’ meno. Siamo stati abituati a estenuanti dilatazioni del tempo fino a non ricordarci determinati episodi quanto fossero distanti da altri. O, come successo in Hell Bent, non sapevamo quanto il Dottore fosse rimasto in alcuni luoghi. Questo radicamento che persisteva sin dal pilot del 2005 è sembrato scemare in questi ultimi due speciali. La dedizione nel sottolineare i 24 anni è lampante. Si sta cercando di abituare gli spettatori a trovare e ricercare dei punti di riferimento fissi normalizzando (e forse un po’ troppo) lo stile whovian della serie britannica.

Sarà forse un artificio di Moffat per preparare i fan a possibili futuri destabilizzanti per il Dottore? Qualcosa però è chiaro in Doctor Who: mai come per la futura stagione, ci sono così tante incognite, dubbi e perplessità. Non ci resta che aspettare e, magari, fare un bel rewatch!

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