11 Novembre 2014 - 15:15

Don Chisciotte di Guccini: un monito perenne

Francesco Guccini nell’album Stagioni, pubblicato nell’anno 2000, incise una canzone intitolata Don Chisciotte che si presenta strutturata in forma di dialogo tra lo stesso Don Chisciotte e Sancho Panza, suo fedele scudiero

[ads2] Non vi è dubbio sul fatto che in questo brano il cantautore modenese rielabori la lezione tramandata dal Don Chisciotte della Mancia di Cervantes, opera datata 1605, che s’incentrava sul tramonto di determinati ideali in quel particolare periodo storico.

Il brano di Guccini si apre con un’amara costatazione da parte del cavaliere:

Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia, ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia; proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto.

Ma alle parole idealiste e, per certi versi folli, di Don Chisciotte, Guccini, in questa meravigliosa canzone, pone a mo’ di controcanto, i versi improntati al realismo del suo scudiero Sancho, interpretato nel brano da Flaco Biondini, chitarrista della band di Guccini stesso.

Don Chisciotte, però, non è solo follia: il suo delirio, la sua confusione tra realtà e immaginazione è dettata da una sete di giustizia senza eguali. È diventato il simbolo dell’uomo che si batte contro le convenzioni, senza temere di essere sconfitto, sospinto unicamente dai suoi grandi ideali.

Don ChisciotteNello svolgimento dei versi Sancho, a più riprese, cercherà di distogliere il cavaliere dai suoi ideali, dai suoi propositi di lotta anche solitaria:

Mio signore, io purtroppo sono un povero ignorante e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente, ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia, riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ? In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre, dove regna il capitale, oggi più spietatamente, riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero al potere dare scacco e salvare il mondo intero ?

Dunque è l’idealismo la caratteristica predominante di Don Chisciotte; quell’idealismo che riesce, in qualche caso, addirittura a insinuare dei dubbi nella cinica visione realista di Sancho Panza:

Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro perchè il male ed il potere hanno un aspetto così tetro ? Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?

Il cavaliere errante, da tutti creduto pazzo, riuscirà a rovesciare così i termini della sua sfida, che da folle diventerà giusta, convincendo, alla fine, anche Sancho ad aderire alle proprie istanze di equità; infatti il brano si chiude su una strofa cantata all’unisono dalle due voci:

Il potere è l’immondizia della storia degli umani e, anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte: siamo i “Grandi della Mancha”, Sancho Panza… e Don Chisciotte!

Quindi, quella di Don Chisciotte riproposta da Guccini, è una lezione sempre attuale che dovrebbe permeare l’animo di ogni singolo individuo: ognuno di noi può diventare un novello Don Chisciotte e, scortato da un fedele Sancho Panza, dare battaglia affinché trionfino gli ideali in cui si crede e per cui si lotta.