8 Settembre 2017 - 16:07

Donna Ferrato e l’uso della fotografia contro la violenza sulle donne

donna ferrato

Donna Ferrato: alla scoperta dell’artista che involontariamente è diventata portavoce della violenza sulle donne attraverso la fotografia

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Il suo nome lo troviamo su tantissime riviste e notiziari non solo per il suo talento artistico, ma soprattutto per essere diventata la portavoce della violenza domestica nel mondo. Lei è Donna Ferrato, nata e cresciuta negli States. Tutto inizia nel 1982 quando la giovane fotografa è impegnata e motivata in un reportage che celebra il sesso e l’amore a New York. In un sex club conosce una coppia all’apparenza affiatata che la ospita, e inizia così a fotografare i momenti più intimi di Elisabeth e Bengt.

Tutto procede per il meglio fino a quando una sera Bengt si scaglia contro la giovane moglie, accovacciata in un angolo e avvilita dalle percosse del compagno. Donna tenta di fermare Bengt ma nulla da fare, fino a quando decide di riprendere i gesti dell’uomo con la macchina fotografica, senza sapere che quelle immagini sarebbero diventate simbolo della violenza che da sempre rappresenta la triste realtà di milioni di donne, figli compresi.

Il gesto non tocca minimamente l’uomo (come si nota dalle foto scattate) attirando l’attenzione dell’opinione pubblica. Da allora Donna Ferrato porta avanti una battaglia usando la fotografia per combattere il silenzio che affligge gran parte delle famiglie americane.

Basti pensare ai tantissimi scatti raccolti nel suo progetto Living With The Enemy datato 1991un libro che raccoglie i soprusi di persone realmente colpite dall’umiliazione della violenza. Dalla copertina si esprime la volontà dell’artista di mostrare gli sguardi delle vittime , e il modo in cui entrano nel lettore. La copertina , infatti , mostra il primo piano di una donna con entrambi gli occhi neri e offuscati dalla violenza appena consumata o avvenuta poco prima. La fotografa , dunque , assiste alla scena e lo documenta nei suoi scatti.

Alcuni anni prima del suo progetto, nel 1985 Donna riceve il premio Eugene Smith Grant per aver documentato fedelmente scene di violenza domestica. Ben presto realizza una prima mostra fotografica organizzata da The National Organisation for Women , da qui l’idea di partire con un progetto che sarà il simbolo alla lotta contro i soprusi su donne e minori, fino a vedere sbocciare un altro successo intitolato I am unbeatable, arrivato persino in Italia.

Il TIME pubblica un breve filmato sulla relazione tra Elisabeth e Bengt, in cui la donna a distanza di anni,  si confessa visibilmente provata dall’esperienza con il marito dal quale ha avuto quattro figli. La prova di come il dolore possa nascondersi dietro la normalità , un nemico che troppo spesso è la persona in cui riponiamo la nostra fiducia. A Potrait of Domestic Violence – The story behind Donna Ferrato’s photograph spiega come non sia mai troppo tardi per denunciare e come una storia come quella di Elisabeth aiuti numerose famiglie con bambini che ogni giorno subiscono violenze.

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