14 Maggio 2016 - 10:24

Elezioni Roma. Ricusata la lista di Fassina

Le elezioni di Roma si tingono di “giallo” a causa dell’esclusione, confermata dal TAR, della lista Fassina. Quali conseguenze in caso di conferma (dell’esclusione) da parte del Consiglio di Stato?

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Un romanzo che si rispetti deve essere caratterizzato da alcuni elementi che riescano ad attirare, ed “incollare” alle pagine, il lettore.

Fra questi, uno dei maggiori è il cosiddetto “colpo di scena” che permette, in una situazione di relativa “tranquillità”, di rimettere in discussione praticamente tutto creando una nuova cornice per il protagonista.

elezioni roma

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In pieno stile “romanzesco”  ,le elezioni di Roma, dopo lo “scontato” aiuto di Ala al candidato Pd Giachetti (anche attraverso esponenti nelle liste del candidato sindaco), sono riuscite ad introdurre un nuovo elemento che potrebbe modificare la corsa al Campidoglio del 2016.

Infatti, successivamente alla prima esclusione per mancanze nella documentazione, anche il TAR ha respinto il ricorso presentato da SI estromettendo (in maniera quasi definitiva) la lista dell’ex viceministro all’economia.

Nonostante la possibilità di essere riammessi attraverso un nuovo ricorso al Consiglio di Stato (annunciato dallo stesso Fassina e dal suo staff), si può considerare questo ulteriore “colpo di scena” come un presupposto per l’apertura di nuovi scenari nella corsa in atto.

Gli scenari che potrebbero aprirsi nelle prossime elezioni di Roma sono sostanzialmente due e in entrambi i casi il rischio è di “sparigliare”, e modificare totalmente, il gioco costruito attraverso le proiezioni fatte fino a questo momento.

Considerando un primo scenario, sembra quasi del tutto scontata una “migrazione elettorale” verso il candidato democratico Giachetti.

In questa specifica situazione, il primo turno si trasformerebbe in una sorta di “atto di forza” della “coalizione renziana” nei confronti dei diretti “competitors” ma allo stesso tempo potrebbe provocare, in caso di vittoria, una nuova ed ulteriore diatriba fra le parti nella formazione della giunta capitolina (che, necessariamente, dovrebbe comprendere esponenti di SI al suo interno).

Un ulteriore scenario, invece, è costituito da una doppia strategia della stessa SI, divisa fra primo turno e ballottaggio.

A differenza della precedente ipotesi, in questo caso, si potrebbe immaginare al primo turno una sorta di “liberi tutti” per poi “virare” verso il candidato più affine al “secondo”.

Questa volta a guadagnarne sarebbe soprattutto la candidata del M5S Virginia Raggi che, facendo leva sulle “distanze” (presunte o reali) fra Sinistra Italiana e Pd, potrebbe approfitare di questo vuoto di “rappresentanza” cercando da un lato di avvicinare a sè l’elettorato di “sinsitra” e dall’altro sperando di far “disperdere” il consenso (che rappresenterebbe comunque un vantaggio in quanto non avvantaggerebbe nessuno).

Le elezioni di Roma si infittiscono sempre più di mistero e fino alla prossima pronuncia da parte del Consiglio di Stato nulla sembra essere già scritto. [ads2]