5 Marzo 2016 - 19:20

Eutanasia, la lunga strada verso la civiltà

Parte la discussione sull’eutanasia nelle Commissioni Affari sociali e giustizia. Le proposte affrontano l’argomento da diversi punti di vista ma, come accaduto per le unioni civili, il rischio è quello di una “legge mutilata”

[ads1]Nel celebre film “Il Mare dentro” di Alejandro Amenabar, il protagonista (Ramón Sampedro, divenuto tetraplegico a causa di un incidente in mare) riflettendo sulla sua condizione considera la “La vita  un diritto, non un obbligo”.

A seguito delle vicissitudini(e degli scontri, tra cui quello memorabile con Padre Francisco, tetraplegico anch’egli) che lo porteranno alla decisione di andare incontro ad una “dolce morte”(grazie ad uno stratagemma che permetterà agli amici, suoi complici, di non risultare totalmente colpevoli), Ramon tende ad evidenziare sia il coraggio verso una scelta, per nulla semplice, così drastica che l’amore verso la vita che lui stesso nutre.

Anche nel bel Paese, dopo i tragici episodi che hanno coinvolto Eluana Englaro e Giorgio Welby e dopo l’annuncio di tanti di partire verso la Svizzera(dove la pratica è legale da diverso tempo), si è deciso di discutere(almeno per il momento) di una disciplina inerente l’eutanasia.

Per trattandosi solamente di un confronto in Commissione Affari sociali e giustizia, la tematica sembra aver già scosso le coscienze dei diversi schieramenti.

Eutanasia, la lunga strada verso la civiltà

Eutanasia

Al momento al vaglio delle commissioni ci sono ben quattro proposte di legge sull’eutanasia (che in sostanza trattano il tema da diversi punti di vista con riferimento specifico alla “dolce morte”, al libero arbitrio e al divieto di obiezione) ma il tema rischia, come capitato anche per le unioni civili, sia di scatenare un ulteriore terremoto partitico che di portare alla luce l’ennesima “vittoria di Pirro” nell’ambito legislativo italiano.

In Italia ogniqualvota si è intervenuti sui cosiddetti “temi eticamente sensibili” si è andati incontro da un lato all’approvazione di una “legge mutilata” (come accaduto il ddl Cirinnà) e dall’altro al rafforzzamento dello status quo perbenista radicato nello stivale.

Infatti, l’eventuale presentazione di un ddl sull’eutanasia alle camere porterebbe al solito impasse politico in salsa italiana, con i cattolici(numerosissimi, a quanto pare, in Parlamento) a fare la voce grossa, che obbligherebbe la maggioranza ad agire solamente in due modi:

  1. rompere l’alleanza “della Nazione” formata da Renzi
  2. intervenire (con tanto di fiducia)attraverso un “accordo” fra le parti

Data la particolare situazione presente nella nostra penisola, la seconda soluzione pare essere quella più accreditata data la volontà dell’attuale squadra di governo di proseguire fino a fine legislatura.

Anche per questo motivo, avvertendo l’aria pesante presente attorno alla tematica, Beppino Englaro è intervenuto chiedendo di non “dedicare”(con il nome o in qualsiasi altro modo) l’eventuale legge alla sua Eluana data la probabile approvazione di una legge scarna e solamente in parte di disciplina dell’eutanasia.

L’Italia si avvia a guardare il futuro ma la vera evoluzione sarà possibile solamente con la caduta dei pregiudizi e delle opportunità elettorali di ogni singolo gruppo.

“Una libertà senza vita non è una libertà.Una vita senza libertà non è una vita.   Padre Francisco (per José María Pou) e Ramon Sampedro da “Il Mare dentro”)”

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