23 Marzo 2015 - 10:40

Fantozzi, oltre la risata

Fantozzi

Intere generazioni cresciute con le sue gag, ma Fantozzi è stato solo questo?

[ads1]

Rivedendo alcuni vecchi film di Paolo Villaggio nelle vesti di Fantozzi, non ho potuto fare a meno di ridere e pensare. Ridere perché quella che può sembrare inizialmente una comicità banale è in realtà una profonda critica sociale, per alcuni versi molto fine e sottile mentre per altri volutamente sguaiata ed oscena; a tratti assolutamente geniale come l’episodio che riguarda l’apertura della caccia, la quale si trasforma rapidamente in una guerra vera e propria, dove “i più facoltosi si avvalsero di mezzi corazzati e cingolati…un megalomane noleggiò un aereo da bombardamento”:

https://youtu.be/DO0oqHjadSI

O la partita di calcio fra dipendenti scapoli e ammogliati, in cui accade di tutto e nella quale solo “quando Fantozzi vede San Pietro sulla traversa, è segno che la tragedia sta per finire”:

http://youtu.be/YHV5xyq2SD4

Fantozzi ha rappresentato anche una critica feroce contro i potenti, intesi come classe politica ed imprenditoriale, i quali hanno sfruttato e lucrato sui più deboli, rappresentati dagli impiegati e dalle classe meno abbienti. Critica che però è stata rivolta anche agli impiegati stessi, sempre troppo pronti ad abbracciare un servilismo totale nei confronti del padrone, pur di mantenere un posto di lavoro nel quale, con vari escamotage, si riusciva a lavorare poco. La prima voce fuori campo di ‘Fantozzi contro tutti’ infatti recita: “Questa è la sede centrale di una mega ditta italiana degli anni ’80. La crisi del Paese, la svalutazione galoppante hanno finalmente generato nella classe impiegatizia un nuovo, incredibile, morboso, attaccamento al lavoro” mentre si vedono dipendenti intenti a giocare a ping pong, a scacchi, a pettinarsi i baffi ed addirittura a trapanare, come il ragionier Filini, prima della fuga di fine turno:

https://youtu.be/A5UiFXmE8hQ

Ma Fantozzi ha rappresentato tratti di amore e dolcezza, d’indole italica, che davvero in pochi hanno saputo cogliere. Quella dolcezza dell’uomo fondamentalmente buono ed onesto ma rincoglionito dai mezzi d’informazione, dalla tv spazzatura e dalle continue angherie subite. Problemi più attuali di allora: oggi l’unica differenza sostanziale è la disoccupazione molto più alta e la speranza molto più bassa.

Esempio di amore è la comprensione della moglie quando lui, ne ‘Il secondo tragico Fantozzi’, le dice: “vado a comprare le sigarette”, e Pina anche sapendo che il marito non fuma lo lascia andare. Un gesto di una forza emozionale incredibile, di amore vero. Successivamente Fantozzi tornerà da Pina, dopo una vacanza andata male con la signorina Silvani, e torneranno alla loro vita insieme: scene che dalla realtà non sommano o sottraggono niente.

Altra grande scena d’amore viene fuori quando Pina si innamora del panettiere e Fantozzi si dispera, fino a che decide di andare a parlarci di persona con questo e accade che… anzi, ve la lascio guardare:

Fantozzi non è stato solo risata, ma anche critica e amore.

 

Francesco Celli

[ads2]