17 Giugno 2016 - 16:26

Fotografia digitale, come eravamo e come siamo

La fotografia digitale evolve rapida. Digital Rev ironizza su come eravamo e come siamo oggi

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Erano già archiviate, per tanti, le macchine fotografiche a pellicola. La fotografia digitale stava conquistando tutti, dai fotografi amatori ai professionisti: flessibilità, economicità, versatilità e riduzione dei costi di sviluppo delle pellicole a zero. Sapere cosa si sta facendo, insomma, è sempre un vantaggio.
Ma com’è cambiata, e come siamo cambiati noi, la fotografia digitale?

Digital Rev, uno dei siti web più interessanti che tratta, quale argomento principale, la fotografia, propone un simpaticissimo video che mette a confronto due epoche, con tutte le assurdità che, quotidianamente, non notiamo.
Per chi l’ha vissuto, realmente, questo passaggio tecnologico, sarà inevitabile sorridere al ricordo delle proprie emozioni quando tra le mani, arrivarono le prime SD, i CD ed i DVD, il masterizzatore, le fotocamere senza rullino ecc. Per chi, invece, più giovane, questo passaggio non è stato vissuto in prima persona, con un po’ di fantasia si potrebbe immaginare quanto fosse assurdo, tempo fa, assistere a questa progressione tecnologica.

Mio Dio, quante foto!?

Mio Dio, quante foto!?” – chi non l’ha esclamato estraendo la SD da una delle prime macchine fotografiche compatte digitali!
Quella piccola scheda in plastica, e prima ancora le CF, poteva contenere più foto del rullino con il maggior numero di pose. Arrivare ad oltre 36 scatti, impensabile! Eppure divenne realtà.

8 Mb, che adesso fan ridere, essendo la dimensione media di uno scatto con reflex contemporanea, allora erano una capacità futuristica, quasi aliena. Ma, bisogna pur dirlo, erano gli anni dei floppy disk ancora padroni del traffico dati tra computer e computer.

Fotografia digitale

Ed oggi? Siamo arrivati a poter, potenzialmente, comprare MicroSD da oltre 256 Gb di spazio d’archiviazione. E ci bastano?

Guarda qua che foto ti faccio!?

Ve le ricordate le prime macchine compatte di tipo digitale? L’assurda emozione nel sentire quel rumore elettronico all’accensione, l’obiettivo semovente, il display luminoso – ma già parliamo di modelli “innovativi”- e quella strana leggerezza nel non dover inserire il rullino erano qualcosa di sorprendente, allora!

Scattare, con un bip alla pressione del pulsante, le linee quadrate e bellissime… erano altri tempi!

Ed ora? Usare una macchina compatta, da portare in tasca o in borsa, per fare delle foto? Follia, ci sono i cellulari… ops, gli smartphone. E, così, anche la fotografia digitale – quella quotidiana – cede alla tentazione di app e smartphone. Per non parlare poi dei tablet, enormi, usato a mò di macchina fotografica a concerti e dinanzi ai monumenti.

Prova a inviarla una foto, se ci riesci!

Quel rumore dannato, quel rumore stridente, quel rumore e poi una lentezza inaudita. Minuti su minuti, attese estenuanti per caricare un file microscopico quale allegato di una mail. E puntualmente la mamma, o la nonna, che necessitava di telefonare, proprio in quel momento, vicini al 100%, senza domandarsi se la linea fosse occupata dal modem, un potentissimo 56k, alzavano il ricevitore e… addio tempo speso, addio tempo investito nell’attesa di quel caricamento eterno.

E oggi, come le si condivide le fotografie? Con un click del mouse, oppure con un tap sul display. Mille social network inondati di fotografie, da Instagram a Flickr, 500PX e Facebook, foto ovunque. E, perfino da smartphone, in pochi secondi, anche meno, le foto appaiono in rete. Impensabile, quando i 56K erano il top, una cosa del genere: provate a figurare le scene di Ritorno al Futuro, ecco, ci siamo!

Il ritorno dei classici…

Oggi la fotografia digitale è la normalità, ma vive nell’esecuzione delle azioni essenziali a scattare, un ritorno al passato.
Chi usa, ora, con le reflex, le mirrorless, le bridge, il display? Quasi nessuno, tutti amanti del piccolo mirino, ottico per le reflex, digitale per le altre, ma sempre e comunque affascinante.

Quando arrivarono in campo le prime digitali compatte, però, si era obbligati ad utilizzarlo: piccolo, buio e non connesso, ne fisicamente, né elettronicamente, al sensore o all’obiettivo. Bella dannazione, soprattutto quando non si poteva certo controllare i parametri della foto. Cosa avremmo scattato?
La generazione immediatamente successiva di compatte digitali, invece, apparve anche il display esterno. Una manna dal cielo, davvero. Si poteva, magicamente, guardare in diretta cosa si stava catturando! Un’arcana magia, oggi divenuta nuovamente obsoleta… per moda?

Fotografia digitale

E qui, però, divergiamo dal pensiero di Digital Rev! Quante persone vedete scattare guardando nel display?

Il mondo diventa zen.

Minimalismo. La parola d’ordine della modernità… o almeno lo è parzialmente.
Tornando indietro con la memoria, immaginando un breve viaggio, è inevitabile figurarsi un bel po’ di aggeggi a riempire lo zaino: la videocamera, ovviamente, per le riprese video – ben spesso, accompagnata da almeno un paio di cassette per la registrazione (quelle digitali sono arrivate relativamente poco tempo fa), in formato MiniDV, per essere tecnologici! -, la macchina fotografica, bella e compatta, con la sua SD e la scorta di pile stilo, il lettore MP3 (quando si chiamava comunemente così, e non iPod) o il walkman con cassette o CD (e consequenzialmente una piccola scorta di album al seguito in apposito porta dischi), il cellulare, i più geek con la consolle portatile (il mitico GameBoy di Nintendo o quelle della, ormai andata, SEGA). I più fortunati potevano avere anche un laptop – che chiamavamo tutti portatile, in italiano! – che poteva pregiudicare, dato il peso, la salute della spina dorsale. Insomma, una tragedia, un’infinità di cose che, reputate quasi indispensabili, sembravano essere sempre poche.

Oggi: una parola racchiude tutto, smartphone. Serve dire altro?

Voglio sempre di più!

Voglio sempre di più, prima, non esisteva. Come si faceva a desiderare qualcosa di più, quando il più, bene o male, non c’era? E se c’era, chi lo conosceva? Andare su internet per aggiornarsi? Farlo avrebbe richiesto tanto di quel tempo che, raggiunta la pagina, la novità era già diventata vecchia.

Oggi, siamo sempre di corsa, non arriviamo mai. Ogni giorno, ogni ora, qualcosa di nuovo arriva sul mercato. E non ci basta mai! Perfino gli smartphone, talvolta, sono più performanti, fotograficamente, di tante compatte.

Salvami le foto, per favore.

Attiva il 4G, accedi al Wi-Fi, attendi due minuti e oggi hai salvato tutte le tue fotografie sul cloud. Beh, operazione automatica talvolta, immediata, indolore.

Ieri, come si faceva? Bella battaglia, quella tra computer, file, masterizzatore, compact disc economici e, spesso, poco riflettenti, e noi alla tastiera e mouse a cercare di non crollare sconfitti.
Che pensate, tutto si esauriva con la masterizzazione completata? Ebbene, no! Riuscire, dopo qualche tempo, a leggerlo quel CD era ardua impresa. Spesso, infatti, avendone comprato uno guardando al risparmio, si finiva con restare sbigottiti dinanzi al monitor. Un continuo rumore dal lettore CD, un zig zag week continuo e nessun segno di vita. Attese, sudore freddo, nulla da fare. Estrazione del CD, obbligatoria, alitata, strofinata sul jeans, sulla maglia, e via con la seconda prova. Prima o poi, però, ci si riusciva a vedere nuovamente le foto!

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