3 Aprile 2016 - 20:28

Gato Barbieri, la musica perde un altro grande

Gato Barbieri, la musica perde un altro grande

Gato Barbieri è morto all’età di 83 anni per le complicazioni di una polmonite

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Gato Leandro Barbieri doveva il soprannome con cui era noto in tutto il mondo, “Gato”, ai colleghi musicisti che glielo diedero sin dagli anni 60, quando suonava nei club e nei locali notturni di Buenos Aires. Influenzato da John Coltrane e dal free jazz, che nasceva proprio in quegli anni, ha saputo fondere sapientemente il sound latino e il jazz puro, creando quello stile unico che lo ha sempre contraddistinto e che faceva di lui uno dei grandi maestri del jazz mondiale.

Leandro "Gato" Barbieri si e' spento all'eta' di 83 anni

Leandro “Gato” Barbieri si e’ spento all’eta’ di 83 anni

Non solo jazz nel repertorio del tenorsassofonista sudamericano. Numerose sono state infatti le sue incursioni nel pop che hanno lasciato il segno, anche nel panorama musicale italiano. Si ricordano quelle con Antonello Venditti, ne è un esempio lo stupendo assolo di “Alta Marea“, oltre a quella con Gino Paoli e Pino Daniele.

Grande fama gli diede, nel 1972, la composizione della colonna sonora del controverso film di Bernardo Bertolucci “Ultimo tango a Parigi” , grazie alla quale vinse un Grammy Award.

Ma il grande tenorsassofonista non era famoso unicamente per questo. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, parlare e fare musica con lui, lo ricorda come un grande maestro, eccelso improvvisatore, mattatore di jam session che grazie alla versatilità del suo sound latinjazz potevano contemplare anche strumenti poco conformi al jazz classico. Ospite dei più importanti festival d’Europa e d’Italia, come ad esempio “Umbria Jazz”, si esibito con i grandi del jazz contemporaneo, come Enrico Rava, Stefano di Battista, Paolo Fresu.

La musica perde uno dei suoi “grandi vecchi”, uno degli ultimi testimoni degli anni del fermento di quella follia creativa che è stato il jazz tra gli anni 60 e 80, passando dal latinjazz al jazzrock, sempre recuperando quelle sonorità sudamericane a cui teneva cosi’ tanto.

Gato Barbieri lascia una grande eredità alla musica di oggi, grazie alla sua abilita’ nell’attraversare trasversalmente stili all’apparenza antitetici tra loro, che grazie alla classe e alla sua tecnica hanno trovato un punto di riferimento comune, lui, il grande Gato.[ads2]