3 Settembre 2017 - 11:22

Gentiloni, Renzi e l’Italia che se la sa raccontare

Gentiloni

Gentiloni e Renzi, con le loro esternazioni, evidenziano i lati positivi (?) delle loro gestioni. La realtà dei fatti, però, è totalmente diversa da quella raccontata

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Gentiloni. Una delle maggiori caratteristiche di questa travagliata Legislatura, scandita da ben tre differenti Presidenti del Consiglio che hanno completato il lavoro cominciato da Monti nel 2011, è quella di non osservare per nulla la realtà.

L’ennesima dimostrazione di ciò si è presentata ieri in due occasioni differenti, l’incontro di Cernobbio e la Festa dell’Unità di Bologna, dove l’attuale Premier, Gentiloni, e il suo predecessore, Renzi, hanno sciorinato, ancora una volta, la loro classica teoria del Tutto a posto.

Le dichiarazioni

Con due esternazioni a dir poco lapidarie (“In questo contesto favorevole, anche se non privo di rischi, l’Italia arriva lasciando alle spalle la crisi più acuta che abbiamo avuto nel dopoguerra” – Gentiloni – e “la politica rimanesse fuori dalle scelte” delle banche – Renzi – ), i due hanno evidenziato non solo la loro totale indifferenza verso una realtà a dir poco disastrata ma anche un pressappochismo, rispetto a temi cruciali, a vantaggio di un campagna elettorale ormai in piena fase ascendente.

In ballo anche interessi elettorali

ius soli vitalizi

Gentiloni e Renzi

Data la particolarità della situazione, si può dire che ciò che si sta mettendo in atto, tanto sotto il profilo istituzionale quanto sotto quello politico, è una vera e propria azione propagandistica, con un occhio alle elezioni del 2018, basata sull’eliminazione del contraddittorio e sulla negazione dei fatti di fronte all’evidenza.

Da un po’ di tempo a questa parte, infatti, ciò che maggiormente spicca nelle parole dei democratici, in particolar modo, è quella falsa visione positivista, tanto per il presente quanto per il futuro, che tende a far riemergere gli artefici delle politiche degli ultimi anni come salvatori della Patria.

In sostanza, considerando gli appuntamenti cruciali delle regionali siciliane e delle politiche, si sta cercando di far apparire come giuste e necessarie tutte quelle riforme cominciate con il ciclo Renzi e concluse con quello Gentiloni – come Jobs Act, Buona scuola, Sblocca Italia, Salva banche e chi più ne ha più ne metta – e allo stesso tempo santificare coloro che hanno insistito per portarle avanti (senza considerare i traumi che le stesse avrebbero apportato alla Nazione).

Poco interesse verso i problemi italiani

A tutto ciò, inoltre, si associa anche un ulteriore fattore individuabile nella poca attenzione verso le reali condizioni della Penisola.

Difatti, mentendo sapendo di mentire su temi fondamentali per il futuro dell’Italia, da un lato si svilisce una situazione ormai senza controllo, dettata soprattutto da un mercato del lavoro impazzito – che scandisce appunto i tempi della ripresa – ed un esecutivo intento ad agire solo ed esclusivamente sulla ripresa dei consumi – come se fosse possibile guadagnando zero –  come se nulla fosse, e dall’altro si tenta di calmare gli animi sin troppo surriscaldati in questi anni.[ads2]