4 Giugno 2015 - 17:03

Giornata nazionale per il Reddito e la Dignità

Sabato 6 giugno Giornata nazionale per il Reddito e la Dignità: banchetti in 150 piazze d’Italia

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L’associazione Libera contro le mafie e il gruppo Abele hanno organizzato per il 6 giugno la Giornata nazionale per il Reddito e la Dignità.

L’iniziativa mira a contrastare la povertà e le disuguaglianze con una raccolta firme in oltre 150 piazze italiane nonché a “Chiedere al Parlamento l’approvazione in tempi brevi di una buona legge sul reddito di dignità”.

Alla manifestazione parteciperanno varie realtà sociali e studentesche e vi saranno dei banchetti dove verranno raccolte le firme per l’istituzione del reddito minimo o di cittadinanza.

Dal 2008 al 2014, rammentano gli organizzatori, “La crisi in Italia ed Europa, secondo i dati Istat, ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa e assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili. Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il reddito minimo o di cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta”.

Giornata nazionale per il Reddito e la Dignità

Giornata nazionale per il Reddito e la Dignità

L’appello ha già incassato l’adesione dei gruppi parlamentari del M5S, di SEL, della sinistra PD e di altri parlamentari del gruppo misto.

Il reddito minimo o di cittadinanza è un sostegno economico che garantisce un paracadute per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un impiego, ma non arriva alla fine del mese, per chi è escluso dai supporti economici standard.

Una sorta d’anteprima dell’iniziativa di Libera e Abele è prevista per venerdì 5 a Roma in via Flaminia 53 dove il Partito della Rifondazione Comunista ha organizzato un convegno a tema con Giuseppe De Marzo (Libera), Michele De Palma (Fiom Cgil), Loredana de Petris (Sel), Roberta Fantozzi (Prc), l’europarlamentare Eleonora Forenza (Gue/Ngl), l’economista Alfonso Gianni, Sandro Gobetti (Bin Italia), Daniele Pesco (M5S), Gianni Principe (Possibile) e il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero.

L’istituzione del reddito di dignità sarebbe davvero un passo avanti per la compagine governativa di Matteo Renzi visto che gli effetti del Jobs Act per ora sono abbastanza flebili e il futuro non lascia sperare che il mercato del lavoro si sblocchi o ritorni ai livelli pre-crisi.

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