5 Febbraio 2016 - 14:10

Giulio Regeni, segni di tortura sul cadavere. Il Manifesto scrive “aveva paura”

Regeni

Caso Regeni, l’Italia chiede chiarezza e invia una squadra investigativa al Cairo

[ads1] La ricostruzione delle ultime ore di Giulio Regeni,  dottorando a Cambridge e di origine friuliana, sembra essere complicata e confusa. Il ragazzo, scomparso il 25 Gennaio senza lasciare alcuna traccia, sembra esser stato fermato a Giza dalle forze dell’ordine egiziane per esser portato in commissariato e interrogato.

Sono soltanto voci, queste, che rimbalzano da una strada all’altra e da un social all’altro, ma che sembrano esser molto probabili. Il 28enne friuliano è stato ritrovato cadavere mercoledì scorso, sul ciglio di una strada fra il Cairo ed Alessandria.

Non era certo lì che avrebbe dovuto essere il ragazzo, secondo amici e coinquilini, che quel 25 Gennaio lo aspettavano in un locale vicino alla fermata della metro Mohamed Naguib dove lui non arriverà mai. La morte di Giulio sembra essere indissolubilmente legata al suo lavoro e il “delitto politico” sembra essere un’ipotesi più che mai concreta. Le prime dichiarazioni della polizia egiziana parlano di un “incidente stradale”, improbabile però davanti alle prove fornite dal cadavere, che riporta bruciature di sigaretta, un orecchio mutilato e diversi tagli ed ecchimosi.

Le prove gridano alla tortura e il presidente Abdel Fattah Al Sisi ha assicurato che verrà fatta chiarezza sul caso. Nel frattempo, bisogna tornare a guardare alla vita di Regeni in Egitto, allo stato d’animo prima della scomparsa e al suo lavoro.

Giulio aveva paura, come aveva dichiarato lui stesso alla redazione del quotidiano “il Manifesto” con il quale collaborava. Aveva scritto proprio per quest’ultimo un articolo con doppia firma a Dicembre che avrebbe voluto pubblicare sotto pseudonimo.

Esperto dei movimenti sindacali e operai, oltre che studioso della Primavera araba, stava organizzando diverse interviste ad alcuni attivisti ed esponenti dell’opposizione egiziana. Palazzo Chigi e il Quirinale hanno immediatamente chiesto chiarezza sulla vicenda e hanno già provveduto all’invio di una squadra investigativa italiana che condurrà le proprie indagini.

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