19 Aprile 2015 - 12:09

Il gobbo di Notre Dame, storia di un’emancipazione

il gobbo di notre dame

Il gobbo di Notre Dame, storia di un’emancipazione sociale attraverso l’amicizia; “Chi può stabilire un mostro cos’è?”, tratto dal romanzo di Victor Hugo 

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Tratto dal romanzo di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, nel 1996 Walt Disney realizza Il gobbo di Notre Dame, raccontando la Storia di Parigi del XV secolo attraverso gli occhi di Quasimodo ed Esmeralda.

Il “quasi a modo“, quindi il quasi umano Quasimodo, vive nel campanile di Notre Dame sotto il dominio di Frollo. Personaggio malefico che conosciamo fin dal prologo della storia, quando uccide la madre del bambino, zingara, e tenta di buttare nel pozzo anche la creatura definita “mostro”, fermato però dall’arcidiacono. Rinchiuso tra le mura, Quasimodo è il campanaro di Notre Dame, a cui Frollo inculca soltanto parole terribili sul mondo e sulla vita, impedendogli di scoprirli.

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Il gobbo di Notre Dame

Il gobbo di Notre Dame non poteva non essere un film firmato dalla Disney, per le tematiche trattate: l’emarginazione, l’ingiustizia sociale, la crudeltà, la mostruosità e l’amore, l’emancipazione sociale.

Sono passati vent’anni da quella sera in cui Quasimodo è stato miracolato; ma oggi, nell’occasione della Festa dei Folli, il gobbo vuole conoscere la vita fuori da Notre Dame, imbattersi nella gente. Disubbidisce al padrone e scende giù dal campanile, s’immerge nella città e viene casualmente travolto dalla vitalità dei gitani, gli zingari definiti inferiori e falsi da Frollo.

Osannato come la maschera più brutta della Festa, Quasimodo scopre la sua vera identità alla città. Insultato e maltrattato dal popolo viene salvato da Esmeralda, la fiamma che percuote l’animo di Frollo, conquista il Capitano Febo, innalza il gobbo di Notre Dame.

In questa occasione nasce il legame tra Esmeralda e Quasimodo, circondati da Frollo e Febo, i due “rivali” del gobbo. Elemento vitale, irrazionale, sensuale e sensibile, la gitana porta scompiglio nel corpo del sacerdote di Dio Frollo, fa riaffiorare la volontà di riscattare il popolo francese nel cuore di Febo suscitato dall’innamoramento, ma soprattutto, Esmeralda porta al percorso di emancipazione sociale del gobbo di Notre Dame. 

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L’amore, che diventa progressivamente amicizia, sprigiona la carica di vita e la forza, il coraggio di affrontare la gente e i pericoli, di superare la paura del mondo di Quasimodo. Esmeralda viene continuamente salvata, curata dal gobbo, quell’interiorità preziosa e incontaminata, rinchiusa in un corpo definito mostruoso dal contraddittorio e tormentato Frollo.

La Disney infatti sceglie la comunità zingaresca, non conforme e civilizzata, per liberare un personaggio incapace d’inserirsi nella società in maniera “classica”. La componente magica e circense degli zingari, la cultura della fuga dalla società precostituita, scrivono la storia di un gioiello dell’umanità non riconosciuto.

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Il gobbo di Notre Dame

Quasimodo riesce ad accettare anche l’amicizia con Esmeralda, innamorata di Febo, metabolizzando il sentimento dell’amore per riuscire a donargli l’affetto di un’amicizia vera. Il gobbo di Notre Dame è libero, amato dal popolo di Parigi e dagli zingari, ha salvato l’elemento magico della vita ribellandosi al dominio e all’invidia (Frollo).

Il gobbo di Notre Dame: un musical che ribalta (ancora una volta) l’idea di mostruosità, civilizzando la coscienza storica e portando all’emancipazione della bellezza interiore e della diversità, dell’amicizia come valore che alimenta la stima in se stessi, a volte, più dell’amore.

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