22 Novembre 2015 - 04:35

Il Volo a Mediaset, ospiti a Tù sì que Vales. Pace è fatta, la musica ha vinto

Tù sì que vales-Il Volo

Per chi credeva che Piero, Ignazio e Gianluca, alias Il Volo, non avrebbero mai calpestato il palco di uno studio Mediaset, si sbagliava di grosso. Questa sera i tre sono stati ospiti di Tù sì que vales, programma di punta del sabato sera di Canale Cinque, in occasione della finale del talent show

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Il Volo ha cantato L’amore si muove, il pezzo di lancio dell’omonimo ep uscito a settembre, lasciando il pubblico a bocca aperta raccogliendo le espressioni di stupore della conduttrice Belen Rodriguez. Promosso il disco, non sono mancati i simpatici commenti dei ragazzi, i consueti abbracci e qualche risata di troppo da parte dei giudici, Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi, supportati dalla presenza della regina della giuria popolare, Mara Venier.

Il Volo – L’ Amore si Muove – Tu si que ValesIl Volo – L’ Amore si Muove – Tu si que ValesFinalíssima SUPERopsite a #tusiqvalesVideo editato da IVMO Giulia Gianna #grazieperlacondivisione #lamoresimuove #ilvoloversdelmundo #ilvolomundialoficial •••Se ti piace condividi da qui, non prendere il video•••

Posted by Il Volo Mundial (Oficial) on Sabato 21 novembre 2015

 

Un’ospitata inusuale se si considera la lunga diatriba che ha coinvolto Rai e Mediaset, a partire dalla vittoria a Sanremo, dovuta alla questione di attribuzione dei natali artistici dei tre tenorini.

“I tre tenorini” , è appunto l’iniziale appellativo dato ai ragazzi, una volta abbandonato il talent di rai 1 condotto da Antonella Clerici, Ti lascio una canzone, nel 2009, il cui vincitore assoluto è stato Gianluca Ginoble, il baritono abruzzese del trio.

La allora regia era stata affidata a Roberto Cenci, autore e regista attualmente molto attivo sulla rete ammiraglia, sua è stata l’idea di mettere insieme le tre voci, allestendo la primissima esibizione di O sole mio, simbolo della canzone napoletana e italiana all’estero.

Altra figura di fondamentale importanza per l’ascesa dei ragazzi è stato Tony Renis che dopo il programma, attuò la buona strategia di espatriare il bel canto, portando così i tre talenti prodigio negli Stati Uniti, da lì è iniziata la scalata al successo grazie soprattutto alla risaputa esterofilia d’altro oceano.

La polemica è scoppiata nel momento della vittoria a Sanremo, quando Il Volo decretati vincitori, hanno ringraziato unicamente il loro manager Michele Torpedine, dispensando gratitudine verso altre personalità cruciali nel loro percorso di ascesa. Fu lo stesso presentatore, Carlo Conti a citare tra i ringraziamenti Renis e Antonella Clerici, quasi redarguire i tre per il gap, probabilmente dovuto all’emozione, dimenticando tuttavia il povero Cenci che ai microfoni di differenti testate giornalistiche, si disse deluso ed amareggiato:

Il Volo, o meglio, i miei ragazzi, dovrebbero ricordarsi che bastava un mio no e oggi non saremmo qui a parlare di loro. E’ successo sette anni fa a ‘Ti lascio una canzone’, dove mi occupavo di tutto. Dai casting, alla scelta delle canzoni, regia, scalette, tutto. Non avevano nemmeno un vocal coach. Andavamo in onda su Rai Uno, conduceva Antonella Clerici. Si presentano questi tre bambini con le famiglie. Di umili origini. All’inizio cantavano singolarmente. Dei piccoli Carreras, Domingo e Pavarotti. Un progetto ambizioso. Ma funziona per il programma. Cantano e viene giù il teatro dell’Ariston, trasmettevamo da Sanremo, lo share si alza e il mondo si accorge di loro.

Nei giorni a seguire Cenci impreziosisce la feroce critica aggiungendo altre dichiarazioni agli scottanti microfoni della redazione di Chi:

Se non li avessi uniti, di che cosa staremmo parlando ora? Era successo altre volte ma a Sanremo ci sono rimasto male. Era il palco dove io li avevo uniti, un minimo di educazione. Se io oggi sono diventato Roberto Cenci lo devo a chi mi ha aiutato. Dire grazie è gratis.

Inevitabile il polverone innalzato su tre voci eccezionali che avevano portato l’Ariston letteralmente ad esplodere di consensi fino alla vittoria annunciata. Una vittoria inizialmente poco goduta a detta degli stessi ragazzi che in una conference call, hanno risposto alle accuse mosse dal regista di Canale Cinque:

La gente ci è vicina, ma ci amareggiano le chiacchiere di chi, ancora una volta, vuole salire sul carro del vincitore. La verità è una sola. Non sentiamo il signor Cenci da quattro anni. Visto che si dice dispiaciuto per il nostro comportamento farebbe bene a farsi un esame di coscienza. Per quattro anni da lui non abbiamo ricevuto una telefonata di ‘in bocca al lupo’ o di complimenti per i successi americani, per aver cantato in duetto con Barbra Streisand, per essere stati intervistati dai più grandi anchorman a stelle e strisce, aver riempito palazzetti da diecimila persone dal Canada al Messico. Nulla. Tony Renis non lo sentiamo da due anni e anche nel suo caso vale quello detto per Cenci.

In soccorso de Il Volo, il puntuale manager Michele Torpedine, deciso a mettere una pietra sopra l’infangante questione:

Le scene di quando erano bambini saranno recitate da piccoli attori. Tony Renis ci sarà senz’altro. Cenci lo metteremo, ma nei titoli di cosa, come si conviene ai cameramen.

Da allora, sono trascorsi ben 9 mesi e Il Volo non è mai comparso in nessuna trasmissione delle reti Mediaset, a sostegno di un astio giurato lo scorso febbraio. Fino a questa sera, quella che segna la pace fatta.

Quiete dopo la tempesta confermata anche dalla presenza de Il Volo, domani pomeriggio nel salotto di Domenica live, programma di successo della Domenica italiana, spesso record di ascolti e condotto da Barbara D’Urso.

Uno scacco matto all’Auditel, se si considera che nella serata del 23 settembre rai 1 ha trasmesso il concerto evento de Il Volo all’arena di Verona, tenendo incollati davanti al teleschermo ben 5,6 milioni di italiani, con il 23,39% di share.

Trionfo di una rete piuttosto che di un’altra? No. Trionfo della musica, una musica che unisce e che cede chapeau a un obiettivo e genuino talento di tre giovani ragazzi che si sforzano di rappresentare l’Italia nel mondo, facendosi fautori di un impegno civico e musicale che è emblema di una società ricca ancora di buoni valori.

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