11 Ottobre 2016 - 17:24

Inside the Music: Cocaine, Eric Clapton ed un inno alla droga?

Come è nata Albachiara di Vasco e “Wish you were here” dei Pink Floyd è stata scritta davvero per una donna come sembra? Inside the Music è l’unica rubrica che vi farà scoprire notizie e curiosità legate alla genesi, alla composizione, ed al successo di alcuni dei brani più famosi presenti nel panorama musicale mondiale. Oggi è il caso di Cocaine

[ads1]

“She don’t lie, she don’t lie, she don’t lie, Cocaine”

Un titolo semplice, secco e di effetto abbinato ad un ritmo accattivante e quasi ipnotico. E’ questa la descrizione ideale di “Cocaine”, brano del 1976, scritto, registrato e pubblicato dal rocker statunitense J.J. Cale e portato al successo con una successiva riedizione da Eric Clapton.

Stando a diverse fonti il brano è stato probabilmente composto dall’autore per rendere noto il crescente consumo di droga negli ambienti musicali. Nella sua versione più nota, Cocaine costituisce l’apertura della tracklist di “Slowhand”,  il quinto album ufficiale pubblicato dall’artista britannico nel 1977 e tutt’ora considerato il miglior lavoro in studio partorito da Mr Slowhand, appellativo affibiatogli agli inizi della sua carriera a causa della sua lentezza nel sostituire le corde delle chitarre che utilizza. 

Copertina dell'album Slowhand

Copertina dell’album Slowhand

La versione di Clapton fu prodotta da Glyn Johns, storico collaboratore di Who, Led Zeppelin e Rolling Stones, e si basa su una serie di sovraincisioni che vanno ad arricchire il riff di chitarra di fondo che regola l’armonia del pezzo.

In particolare il brano presenta due assoli formidabili di cui uno centrale dopo la prima sequenza strofa-ritornello, e l’altro finale che termina in sfumando. Al di là del fattore puramente melodico, però, ciò per cui questo brano ha attirato maggiormente l’attenzione nel corso degli anni è senza ombra di dubbio il suo testo ambiguo e forse ampiamente travisato, tanto da costringere lo stesso Clapton a rimuoverlo dalla scaletta di diversi tour nonostante l’ingente successo che esso ha sempre riscosso.

Eric Clapton negli anni '70

Eric Clapton negli anni ’70

Leggendolo attentamente, infatti, le parole del testo sembrano una stimolazione continua all’utilizzo della droga, concetto enfatizzato da espressioni quali “If your day is gone, and you want to ride on, cocaine” (se il tuo giorno è finito e vuoi divertirti, cocaina) oppure “If you want to hang out, you’ve gotta take her out, cocaine” (se vuoi essere fuori, devi procurartela, cocaina)In realtà a dispetto di quanto si possa credere, analizzando le strofe più in profondità si nota come il brano in realtà sia stato pensato per avere l’effetto contrario.” 

I fan – ha affermato lo stesso Eric Clapton durante un intervista- ascoltano solo il refrain  “She don’t lie, cocaine” (“la cocaina, lei non mente”), ma la canzone dice anche altre frasi come “If you wanna get down, down on the ground, cocaine” (“se vuoi cadere, cadere per terra, cocaina”), aggiungendo che forse è più efficace una canzone che tratti la droga in maniera allusiva piuttosto che direttamente, perché questo le garantisce un effetto dissuasivo che verrebbe meno nel caso in cui fosse percepita come una canzone dal messaggio moralistico o paternalistico.

In diversi spettacoli dal vivo, per evitare eventuali complicazioni o problemi di ogni sorta, l’artista ha più volte modificato il testo originario del brano aggiungendo parole di denuncia più esplicite come “that dirty cocaine” (quella sporca cocaina)  per sottolineare il messaggio anti-droga della canzone.

Di seguito il video di una rara e recente esecuzione del brano alla Royal Halbert Hall di Londra:

 

[ads2]