4 Febbraio 2016 - 01:07

Insufficienza renale: a Bari passi avanti nella ricerca

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Ricercatori dell’Ateneo di Bari scoprono proteina per proteggere il rene dall’insufficienza renale. Enormi i passi avanti

[ads1]L’insufficienza renale è un’emergenza globale e i pazienti affetti da questa patologia risultano in costante aumento. L’insufficienza renale è un disturbo dei reni che non riescono più ad assolvere le loro funzioni fondamentali, quali filtrare il sangue e regolare la quantità di acqua e sali minerali per mantenere un corretto equilibrio idrosalino. Si distinguono due tipi di insufficienza renale: acuta e cronica.

Nel primo caso la funzione renale viene compromessa in maniera repentina a causa di patologie e/o alterazioni di origine secondaria, come una scarsa assunzione di liquidi, disidratazione o ipovolemia (basso volume di sangue). Nelinsufficienza renale secondo caso la funzione renale è alterata da patologie del rene stesso. L’insufficienza renale cronica è nella maggior parte dei casi asintomatica fino alla sua insorgenza. Tuttavia, il rene diventa incapace di regolare la quantità di acqua e la produzione di globuli rossi, quindi possibili sintomi sono letargia, debolezza, mancanza di respiro e gonfiore nei casi meno gravi.

Un gruppo di giovani ricercatori della Sezione di Nefrologia dell’Università degli Studi di Bari, Giuseppe Castellano e Angelica Intini, guidati dal professore Loreto Gesualdo, hanno dimostrato che si può proteggere il rene da questo disturbo mediante l’utilizzo di un nuovo farmaco, il C-1 inibitore ricombinante. Il C-1 inibitore preserva la produzione di una proteina chiave denominata, Klotho, (dal greco Klothes, “tessitrice”) una delle tre Moire (o Parche) della mitologia greca, tradizionalmente associata alla nascita, ella era considerata la tessitrice che filava lo stame della vita.

Klotho è fondamentale per proteggere il rene dall’invecchiamento precoce poiché regola alcune funzioni dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso centrale.

La ricerca è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista “American Journal of Transplantation” e apre nuovi orizzonti per la terapia dell’insufficienza renale e per la protezione del rene trapiantato. È inoltre un grande motivo d’orgoglio per l’Università e per tutta la città di Bari.

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