12 Aprile 2016 - 12:30

International Journalism Festival: il racconto e i numeri

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Anche quest’anno ha preso il via l’International Journalism Festival di Perugia. Vi raccontiamo una piccola parte di questo bellissimo Mondo

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È cominciata il 6 Aprile la decima edizione dell’International Journalism Festival di Perugia. Anche quest’anno tantissimi ospiti, le migliori location di Perugia e uditori venuti da ogni parte del Mondo.

Per la grande quantità di tool e workshop proposti, è ovvio che molti eventi avvengano in concomitanza. Noi di Zon.it abbiamo seguito, nei limiti del possibile, gli eventi che ci sono sembrati più adatti a migliorarci nella nostra professione, secondo le nostre inclinazioni. Ve li raccontiamo per darvi un’idea di quanto questo festival permetta una crescita professionale e personale davvero elevata.

Mercoledì 6 Aprile

Tool su Video storytelling: a lezione dai grandi del mondo, con Gianpaolo Colletti, giornalista e storyteller, e Celia Guimaraes di Rai News.

Un incontro mirato a mostrare come lo storyteller, ma anche più in generale la tecnologia, possa davvero influenzare la vita delle persone.

Celia Guimaraes ci mostra vari video sulla guerra in Siria, spiegandoci cosa li differenzia uno dall’altro, dal modo in cui sono realizzati al tipo di punto di bista che offrono, e come nel 2015 le visite siano triplicate.

Poi ci mostra un video pubblicitario di una nota marca di auricolari. “Questo video ha avuto più visualizzazioni di tutti i video sulla guerra in Siria messi insieme. Capite? Alla fine le caratteristiche più importanti del video storyteller sono empatia e immediatezza. Una storia, per essere ricordata, deve colpire la testa, il cuore o la pancia”.

Il secondo evento che riusciamo a seguire ospita uno degli uomini più sapienti e affascinanti d’Italia: Alberto Angela.

L’incontro, tenutosi per due volte consecutive a causa della grande affluenza, ha come obiettivo il racconto della Chiesa di San Pietro, ma non solo. Lo storico ci ha raccontato di tutto ciò che ha preceduto la San Pietro che oggi conosciamo.

Inizialmente, al suo posto si trovava una gigantesca villa, che il re romano Nerone trasformò nel Circo Massimo, il più grande mai esistito. “È qui” spiega Angela “che sono stati uccisi i cristiani. Non nel Colosseo come ci hanno sempre fatto credere.”

Accanto a questo gigantesco circo c’era un cimitero, nel quale venne sepolto San Pietro. Non sappiamo esattamente dove poiché le sue origini umili non permisero una sepoltura degna.

“Quando voglio conoscere una civiltà, il primo posto in cui mi è reco sono i cimiteri. È qui che puoi davvero conoscere le persone.”

Con la diffusione del cristianesimo e la venerazione della “tomba di San Pietro”, il luogo divenne fondamentale e ricevette sempre più modifiche, per tutelarlo e permetterne la venerazione.

Nel Medioevo, Costantino ci costruì una Basilica, che però non abbiamo mai potuto vedere. Sappiamo che fu molto anonima, per evitare che i romani non cristiani si infuriassero.

Poi Alberto Angela narra dei vari progetti per costruire la famosa basilica: Bramonte, Raffaello, Sangallo, Michelangelo e Giacomo Della Porta. 

“Ma non dimentichiamo che se San Pietro è bella anche dentro, il merito è del Bernini.”

Un incontro incredibile per appassionati e non, che ci ha trasportati in altre epoche tra interesse e un’inaspettata ironia. Un ottimo modo per concludere la prima giornata di festival.

Giovedì 7 Aprile

Mario Tedeschi Lalli, rappresentate della Online News Awards, ci parla di deontologia ed etica del giornalista. Capiamo come ogni giornalista abbia il dovere di formulare delle sue regole, un proprio codice etico, da rendere pubblico e a cui attenersi.

Per cominciare e seguire un percorso corretto, ONA Italia fornisce tutte le informazioni necessarie, che potete trovare al seguente link.

“Ricordate sempre di interrogarvi, perché non tutto ciò che è legale è opportuno”.

A seguire:

  • Scrivere di letteratura in 140 caratteri, con Loredana Lipperini di Radio3, Giulia Ciarapica di Ghigliottina.it, Maria Anna Patti di Casa Lettori, Vera Gheno dell’Accademia della Crusca e Nadia Terranova.Come si può parlare di letteratura sui social e, in particolare, su twitter?Possono i social influenzare le vendite editoriali?Per le speaker la miglior promozione è il passaparola spontaneo, e un fondamentale cambiamento da apportare è il tempo: la pubblicità editoriale dura qualche giorno, per poi scivolare nel dimenticatoio. Invece la lettura ha tempi lenti, e spesso va altro le dinamiche commerciali.
  • Il giornalismo d’inchiesta in Italia, con Amalia De Simone del Corriere.it e Vittoria Iacovella di LA7 . Un viaggio in un mondo poco conosciuto, un workshop in cui le due speaker ci svelano i segreti del buon giornalismo d’inchiesta, le sue fasi, gli strumenti necessari, le regole e le conseguenze. “Se siete bravi, guadagnerete bene. Ma è un giornalismo con i lividi addosso.

Infine, al teatro della Sapienza, dopo più di un’ora di fila, possiamo assistere allo spettacolo di Lirio Abbate. Giornalista de L’Espresso, Abbate ha scritto “I Re di Roma” e vari altri volumi sulla criminalità organizzata. In occasione dell’International Journalism Festival presenta “Morti di Mafia”, in memoria di tutti i giornalisti uccisi per aver voluto dire la verità.

Abbate non cita solo una serie di nomi, racconta delle storie. Tramite video, testimonianze, citazioni.
Come quella di Giuseppe Fava, ucciso il 5 gennaio 1984. Sosteneva che il principale problema dell’antimafia fosse la disinformazione: “C’è un equivoco di fondo nell’idea che si ha della mafia. Si pensa che la mafia sia tra i delinquentelli che chiedono il pizzo, che fanno le rapine. Non è così. La mafia è in Parlamento. Io sono stato a molti funerali di Stato… spesso, gli assassini erano in prima fila.”
Cosimo Cristina, il primo giornalista ucciso da Cosa Nostra, De Mauro, Mattei, Siani, Rostagno, Impastato.
Giuseppe Francese. Suo padre venne assassinato dalla Mafia e Giuseppe non si diede pace finché non ottenne giustizia. Quando finalmente i colpevoli furono in galera, Giuseppe si suicidò. “La mafia uccide anche così”, sussura Abbate commosso.
Nel Mondo i giornalisti vengono uccisi nelle guerre. In Italia, ci pensa la mafia. Li mette a tacere perchè hanno detto troppo, o prima che lo facciano.
Anche Lirio Abbate è stato ripetutamente minacciato dalla mafia, e oggi è sotto scorta. Ma la cosa peggiore che deve sopportare è l’ingiuria.
Eppure continua il suo lavoro e incita i giornalisti a non fermarsi, a non tacere. Perché la mafia si combatte con la cultura.

Venerdì 8 Aprile

La mattinata comincia con un incontro molto formativo: il giornalismo partecipativo. Con Malachy Browne di Reported.Ly, Mary Hamilton di The Guardian, Larry Macaulay di Refugee Radio e Josh Stearns del Local News Lab.

Particolarmente interessante è la storia di Larry Macaulay. “Faccio parte di un gruppo di rifugiati politici provenienti dalla Libia. In Europa mi sono reso conto che non ci volevano, ma anche che non sapevano da cosa fuggivamo. Nel 2013 sono stato cacciato dall’Italia. Sono andato ad Amburgo, dove venivo trattato come essere umano, non solo come uno straniero, un alieno. Io ci tengo a dirvi che prima di diventare rifugiati, eravamo come voi. Lavoravamo, avevamo cellulari con app e facebook. Eppure si dicono tante bugie su di noi e mi è sembrato giusto far sentire la nostra voce. Così nasce Refugee Radio.” 

Tutte le loro storie sono basate sulla partecipazione. Senza il contributo dei social media e, soprattutto, delle persone. Nessuno di loro avrebbe potuto raggiungere questi risultati.

Nel pomeriggio abbiamo avuto modo di conoscere meglio il sistema Parlamentare Europeo e il rapporto tra giornalismo e politica, con David Sassuolo, Antonio Troiano e Silvia Costa, parlamentari europei ed ex  giornalisti. Abbiamo studiato ancora il giornalismo d’inchiesta, questa volta incontrando il direttore generale di Medici Senza Frontiere, Christopher Stokes, e Domenico Quirico de La Stampa; poi abbiamo modo di approfondire i passi in avanti che stanno facendo The Guardian e Change.org nella battaglia per fermare la Mutilazione Genitale Femminile.

Verso fino serata spazio all’ilarità: prima Fulvio Abbate e Pietrangelo Buttafuoco, poi gli scrittori di Lercio.it.

La serata terminerà con ll’intervento di Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, e lo spettacolo di Gazebo.

Sabato 8 Aprile

Raccontare le elezioni: dalle maratone tv al web.

Lorenzo Pregliasco di Youtrend, Alessandra Sardoni di La7 e Luca Sofri de Il Post ci raccontano il fascino del raccontare un evento in divenire, che coinvolge l’intera popolazione. “La cosa bella della maratona” dice Alessandra Sardoni, “è che quando il giorno dopo leggi i giornali puoi dire: sono tutte informazioni che io ho dato in tempo reale.”.

“Europa anno zero, il ritorno dei nazionalismi.” è il nuovo libro di Eva Giovannini di Ballarò. A presentarlo all’International Journalism Festival con lei ci sono Loris De Filippi di Medici Senza Frontiere e Tonia Mastrobuoni de La Repubblica.

Un libro che è un viaggio, che permette di conoscere leader politici di ogni genere e di varie parti del mondo, e che fa capire la grande importanza della crisi economica nel far crescere l’elettorato di partiti politici xenofobi e di estrema destra (anche se nessuno vuole essere definito tale).

Eppure, negli Stati in cui è al governo la Destra, i risultati si vedono. Due esempi fondamentali: Ungheria e Polonia. Stati dei quali i leader hanno, pezzo dopo pezzo, riformato interamente la Costituzione. E così hanno prima ridotto notevolmente la libertà di stampa, poi chiuso le frontiere, vietato l’aborto e limitato i diritti umani. Viene naturale chiedersi: perché l’Unione Europea non fa nulla per fermare tutto ciò?

“Renzi ci ha provato” sostiene De Filippi, “e lo hanno lasciato solo.”. 

 

Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questo festival è che non si può assolutamente parlare di invasione da parte degli immigrati in Europa. In tutti gli incontri che abbiamo seguito questo è stato ripetuto molte volte, con il monito rivolto a tutti i giornalisti di stare attenti alle parole dalle loro conseguenze. I media hanno un’enorme responsabilità. Bisogna dare dati certi e, soprattutto, in rapporto. Ad esempio in Germania 1 milione di immigrati, confrontato agli 8milioni di popolazione totale, può facilmente essere assorbito. Anzi, la Germania ha addirittura bisogno di immigrazione, perché la sua crescita demografica è in notevole calo. Come può la stampa ignorare tutto ciò?

Giornalismo e motori di ricerca, di Alberto Puliafito, è probabilmente il workshop più utile che abbiamo seguito. Il direttore di Blogo ci ha permesso di conoscere meglio il funzionamento dei motori di ricerca e ci ha dato tanti utili suggerimenti per la SEO. Potete seguire la sua lezione in streaming al seguente link.

A fine giornata decidiamo di abbattere i nostri pregiudizi e andare a sentire cosa ha da dire il rapper Federico Leonardo, in arte Fedez.

L’artista utilizza lo spazio dedicatogli per smentire tutta una serie di titoli della stampa che lo infuriano: dal far parte dei black block all’aver picchiato una ragazzina in discoteca. La conferenza, che al contrario di quanto ci aspettavamo non è piena di ragazzine e anzi si rivolge a un pubblico molto vario, affronta temi caldi come l’Expo e l’omosessualità. Non possiamo non far partire un applauso quando Fedez, dopo aver smentito l’ennesima bufala da super click, dice “Ma ammesso che io fossi a letto con un uomo, dov’è la notizia? Cosa c’è di male?”.  Potete seguire l’intera e interessante conferenza qui.

L’ultima giornata vede succedersi una serie di eventi presso la Sala di Notari, la più grande a ospitare il Festival, tra cui: la proiezione di Torn di Alessandro Gassman, la conferenza di Enrico Mentana, l’incontro con gli artisti Calcutta e i Cani e, infine, la proiezione del film “Greenpece, hot to change the world.”.

Questi i numeri del festival: 

55-65mila presenze, 259 gli eventi, tutti a ingresso libero, in 17 luoghi del centro storico di Perugia.
549 i relatori provenienti da 34 paesi diversi, più di 2000 i giornalisti accreditati, oltre 170mila le visite al sito internet.

La fascia di pubblico più ampia che interagisce con la pagina fan ufficiale del Festival, comprende le donne tra i 25 e i 34 anni (il 24% dei fan). La maggior parte degli utenti si è connessa ed ha interagito con il Festival da dispositivi mobile.

Un festival incredibilmente ricco, pieno di giovani e voglia di imparare.

Un’atmosfera che fa sentire piccoli e grandi giornalisti uniti, parte di un mondo molto meno elitario di quanto si crede.

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