19 Ottobre 2017 - 10:00

Jackie Brown, terza opera tarantiniana tutta da riscoprire

Jackie Brown

Jackie Brown, terzo lungometraggio del regista americano Quentin Tarantino e prima opera basata su una trama non originale

Il 1997 è l’anno del cambiamento. Quentin Tarantino, con Jackie Brown, abbassa notevolmente i toni rispetto alle due eclatanti opere precedenti, Le Iene e Pulp Fiction. Il film è un adattamento del romanzo noir del 1992 “Punch al rum”, dello scrittore e sceneggiatore statunitense Elmore Leonard.

La protagonista, Jackie Brown (Pam Grier), è una hostess che contrabbanda denaro per un delinquente di bassa lega, Ordell Robbie (Samuel L. Jackson). Robert De Niro veste i panni di Louis Gara, un ex detenuto taciturno e fumato che fa da spalla a Ordell, accompagnato da una sballatissima bionda di nome Melanie (Bridget Fonda). Due agenti di polizia sulle tracce di Ordell arrestano Jackie di ritorno dal Messico. In cambio dell’immunità decide di collaborare con la polizia. L’abile Jackie raggira praticamente tutti, riuscendo a prendere possesso del denaro di Ordell e a sedurre un garante di cauzioni.

Avidità e narcisismo del proletariato nero vengono sottolineati prepotentemente dal regista statunitense in questa sua terza opera. Tarantino decide di abbandonare momentaneamente gli elementi caratteristici che gli hanno regalato il successo, per non risultare ripetitivo. Giusta e comprensibile la scelta, dunque, di cambiare registro e attestarsi su regole narrative più classiche e lineari che fanno però di Jackie Brown, sì un ottimo film, ma senz’altro un’opera minore.

La pellicola, per larghi tratti, ha un ritmo molto dilatato e si concentra parecchio sulla descrizione dei caratteri dei personaggi, la quale prevale sull’azione. La mano del regista è evidente in diversi punti, tra cui si ricorda la riproposizione per ben tre volte della stessa scena (quella del centro commerciale) vista da tre diversi punti di vista, corrispondenti a diversi personaggi e a diverse posizioni della cinepresa.

Si sa, Tarantino è un autentico creatore di scene memorabili in ogni sua opera. Jackie Brown viene spesso ricordato per la scena in cui il Louis Gara di De Niro spara e uccide la bionda Melanie:

Jackie Brown fu tutt’altro che un successo alla sua uscita nelle sale, guadagnando soltanto 39 milioni di dollari negli Stati Uniti a fronte dei 12 di budget (il più alto concesso fino a quel momento ad un film di Tarantino). Il fatto che il film non ecceda nei classici esibizionismi tarantiniani, a cui il pubblico si era già abituato, e forse l’eccessiva durata (quasi due ore e mezza) contribuirono a considerare il film un passo falso.

Inoltre, Tarantino fu al centro di aspre polemiche per il frequente utilizzo nel film di epiteti razziali o presunti tali, in particolare ci si riferisce alla parola “nigger” (negro). Principale accusatore fu il regista afro-americano Spike Lee. Tarantino si difese confermando l’apprezzamento da parte del pubblico di colore dei suoi film influenzati dalla blaxploitation e che Jackie Brown venne realizzato soprattutto per un pubblico nero.

Insomma, Jackie Brown ha vissuto parecchi alti e bassi ma, come tanti film di spessore bistrattati all’inizio, è stato rivalutato nel tempo e apprezzato soprattutto per lo stile e la regia.

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