25 Dicembre 2016 - 11:51

James Brown, 10 anni senza il padrino del Soul

james brown

Il giorno di Natale del 2006 si spegneva una leggenda dall’animo tormentato, lasciando al mondo l’orgoglio di essere se stessi

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“Soul Brother Number One”, “Mr. Dynamite”, “Mr. Please Please Please” ,”The Godfather of Soul”: questi e tanti altri sono i soprannomi che nel tempo gli sono stati attribuiti, ma con qualsiasi nome lo vogliate chiamare rimane sempre e soltanto lui: James Brown.

A 10 anni dalla sua morte, avvenuta nel giorno di Natale a causa di un’aritmia cardiaca (a seguito di gravi problemi di salute), noi lo ricordiamo ancora.

Lo ricordiamo per quella sua carnagione così scura, tipica degli afroamericani; lo ricordiamo per quel suo sorriso smagliante e quei suoi capelli folti, che richiamano un po’ quelli di Elvis Presley; lo ricordiamo per quelle sue spalle larghe e quel fisico austero, che dietro di sé nascondevano un’animo discordante che lo hanno portato a vivere una carriera tormentata.

Ma soprattutto lo ricordiamo per la sua musica un po’ gospel, un po’ funky, un po’ blues, sound, e un po’ rap (un po’ tutto insomma), e per il suo modo di muoversi sul palco; con i suoi moonwalking atletici, i suoi passi scivolati, e le sue corse james brownlaterali. Lo ricordiamo per quella musica e quella presenza scenica che hanno creato un’icona e ispirato alcuni dei più grandi artisti della storia, primi fra tutti Michael Jackson, Mick Jagger, e Prince.

Michael e Prince “The King and The Prince”, amici e collaboratori di James, che nel 1983 durante un suo concerto, si esibirono insieme in uno spettacolo memorabile.

E Mick Jagger invece, grandissimo ammiratore di Granfather, che nel 2014 produce un film a lui dedicato, “Get on Up“, diretto da Tate Taylor. La pellicola ripercorre la vita dell’artista, a partire dalla povera infanzia fino alla consacrazione mondiale. Un’esistenza tra genio e sregolatezza, che ci lascia uno dei patrimoni artistici tra i più ricchi di sempre.

L’impegno sociale

Ma James Brown non è stato solo un modello da imitare nel mondo della musica e dello spettacolo, bensì anche un attivista sociale.

James infatti ha contribuito attivamente a contrastare i disordini razziali, come fece per esempio col concerto TV di Boston, il giorno successivo alla morte di Martin Luther King.

Dal 1965 si impegnò invece per l’esibizione a numerosi concerti di beneficenza in favore dei diritti civili.

Scrive e registra canzoni riguardanti temi sociali, quali America Is My Home e Say It Loud – I’m Black dove è ben presente una dichiarazione di patriottismo e dove promulga “l’orgoglio di essere nero“; ed inoltre la celebre canzone King Heroin del 1972, in cui  tratta del problema della diffusione di droga nei ghetti tra i giovani di colore.

Controversie

Il suo lato attivista, pacifico e sociale non distoglie però lo sguardo a quel lato oscuro che invece lo condannarono ad avere problemi con la legge. james brownBrown infatti, nonostante nei primi anni di carriera fu molto severo nei confronti del consumo di droga, alla fine degli anni settanta fu lui stesso a far uso di sostanze stupefacenti, che lo portarono ben presto ad essere arrestato numerose volte con l’accusa di violenza domestica, in particolare nei confronti di Adrienne Lois Rodriguez, seconda delle sue tre mogli. James Brown nell’arco della sua vita è stato inoltre arrestato per vari reati, come per possesso di armi da fuoco e aggressione a pubblico ufficiale. Fu persino accusato di stupro nel gennaio 2005 ai danni di una donna di nome Jacque Hollander.

Un animo tormentato dunque, che dietro all’apparenza scenica e alla musica gospel, trasudava un’essenza non troppo felice, forse ancora macchiata dalle difficoltà dell’infanzia.

Ma è proprio avendo preso atto di tale discordanza di essere, che riusciamo ad accettarlo e a ricordarlo ancora. Perché nonostante i suoi lati cupi e bui non ha mai smesso di insegnare attraverso le sue musiche e canzoni. Insegnare ad avere coraggio, insegnare a tirare fuori il meglio di sé anche se tutto ciò che ci cironda è contro di noi, e soprattutto insegnare ad essere se stessi, e a non vergognarsi di essere diversi sotto certi aspetti, come il colore di pelle o i pochi soldi intasca.

Come recita in Say It Loud – I’m Black and I’m Proud: “Smettila di piangerti adosso ma alzati e combatti la vita

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