28 Febbraio 2017 - 20:40

Turturro, il volto camaleotico del cinema da Spike Lee ai Coen

Turturro, volto camaleotico di Spike Lee e dei Coen

Oggi compie 60 anni John Turturro, newyorkese d’eccellenza con antiche radici italiane. Un regista interessante quanto attore brillante, ironico ed iconico, capace di dare risalto nell’immaginario collettivo anche a dei piccoli ruoli. #AccadeOggi

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Turturro, volto camaleotico di Spike Lee e dei CoenJohn Turturro, nato a Brooklyn il 28 febbraio 1957 e cresciuto nel Queens, è figlio di una cantante jazz e di un immigrato siciliano, carpentiere e veterano della seconda guerra mondiale, la cui storia è stata d’ispirazione per il suo esordio dietro la macchina da presa nel 1992 con Mac. Fedele alle origini, continua a vivere nello stesso quartiere in cui è nato, melting pot di tradizioni italiane, ebree e africane.

Volto di un’istrionico caratterista, loquace e pungente, acceso da improvvisi e sarcastici scoppi d’ira, Turturro è l’emblema della New York italoamericana, grottesca e malinconica, violenta e piena di contraddizioni. Le sue caratteristiche non sono sfuggite a Spike Lee e ai fratelli Coen, che ne hanno fatto una sorta di feticcio.

Turturro, volto camaleotico di Spike Lee e dei CoenAgli esordi Turturro, che aveva iniziato con il teatro, fu notato da Robert De Niro, che gli suggerì di fare un provino per Toro scatenato di Martin Scorsese: nonostante si fosse dimostrato capace, allora fu solo una dimenticata e fugace apparizione.

Una carriera attoriale iniziata tra alti e bassi nel 1980, costellata da un centinaio di ruoli, che pur non da protagonista, sono rimasti impressi nell’immaginario comune: da Il colore dei soldi di Scorsese ad Hannah e le sue sorelle di Woody Allen.

Le sue memorabili connotazioni si esprimono al meglio a partire dal 1987, ne Il siciliano di Cimino e in Five Corners di Tony Bill, dove Turturro rivela una forse inaspettata intensità. Spike Lee ne resta affascinato e lo scrittura per il razzista e triviale italoamericano Pino di Fa’ la cosa giusta (1989), segnando l’inizio di una proficua collaborazione.

Turturro, volto camaleotico di Spike Lee e dei CoenAppena un anno dopo, con il gangster ebreo Bernie Bernbaum di Crocevia della morte, si apre l’altra duratura collaborazione con i fratelli Coen: seguiranno le interpretazioni cult di Jesus Quintanane, l’iconico dio pederasta del bowling de Il grande Lebowski (1998) e di Pete di Fratello dove sei? (2000)farsesca “odissea” country nella Mississipi della depressione degli anni ’30.

Turturro, volto camaleotico di Spike Lee e dei Coen

Scena tratta da “Passione”

Dai ghetti newyorkesi di Clockers (1995) di Spike Lee, Turturro approda all’emaciato ruolo di Primo Levi ne La tregua (1997): un film che segnerà un imprescindibile legame, alla ricerca delle radici paterne, con l’Italia e il suo “cinema”, al momento all’apice con il ruolo del 2015 di una narcisista star americana in Mia madre di Nanni Moretti.

Significativi sono anche i lavori registici legati all’Italia: Prove per una tragedia siciliana, accorato documentario sulla terra natale dei nonni, narrata da Camilleri e fotografata da Marco Pontecorvo; e Passione (2010), vivace e sentimentale sguardo sulla cultura musicale e popolare partenopea, affrescata nell’imperscrutabile fascino disincantato da Raiz, Massimo Ranieri, Peppe Servillo e Fiorello.

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