12 Aprile 2015 - 14:30

La bella addormentata nel bosco, un classico intramontabile

La bella addormentata nel bosco

I maghi dell’animazione Disney trasformano la fiaba de La bella addormentata nel bosco in una spettacolare avventura ricca di romanticismo

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Le fiabe, si sa, sono immortali per definizione e La bella addormentata nel bosco non fa eccezione. A più di cinquant’anni di distanza ogni accusa contro personaggi banali e vuoti cade nel nulla, il film mantiene intatto il suo fascino e la sua capacità di coinvolgere muovendosi in una continua lotta tra bene e male.

Il film d’animazione, liberamente ispirato alla fiaba di Charles Perrault La Belle au Bois dormant, uscì nel 1959, ma la sua gestazione fu lunga e travagliata. Aurora è il nuovo personaggio disneyano in competizione con Biancaneve, il cui film uscì nel 1937, e con Cenerentola, la cui pellicola risale al 1950. I disegnatori si trovarono dinnanzi all’arduo compito di riuscire a delineare la personalità della principessa usando dei tratti che fossero percepiti dal pubblico come originali. Il lavoro di creazione e produzione della pellicola durò circa otto anni e venne considerata la produzione più costosa mai realizzata fino ad allora per un cartone animato, circa 6 milioni di dollari spesi.

Primo film realizzato in SuperTechnirama 70 (una tecnica attraverso la quale si dilata otticamente l’immagine a 70 mm in fase di proiezione) fu il maggior risultato in campo stilistico e tecnologico raggiunto dagli Studi Disney fino a quel momento. Non si tratta solo di un film d’animazione, ma di una “mostra” in cui gli spettatori possono perdersi dinnanzi a illustrazioni uniche nel loro genere, oggi sostituite dalla grafica digitale.

la bella addormenta nel bosco

La bella addormenta nel bosco

Quando si pensa alla storia della principessa Aurora, alla terribile maledizione lanciata da Malefica alle tre fatine buone (Flora, Fauna e Serenella) il pensiero corre immediatamente al prodotto firmato Disney. Aurora non lo sa, ma è promessa a Filippo, fin dalla tenera età. I rispettivi padri, Re Stefano e Re Uberto, desiderano infatti unire i loro regni e le nozze dei loro eredi diventano il pretesto affinché ciò si avveri. Ma sul regno e sul destino felice dei due piccoli principi si scatena la furia diabolica di Malefica, la fata cattiva, che non invitata ai festeggiamenti per la nascita di Aurora, condanna la piccola a essere vittima di un sortilegio: “La principessa, in vero, crescerà in grazia e bellezza, amata da tutti coloro che la circondano. Ma… prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno, ella si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio, e morrà!”. Il dono delle terza fatina rappresenta l’ultima speranza per la piccola Aurora: “Se la triste profezia si avverasse, bimba mia, non per questo morirai, ma nel sonno tu cadrai. E il tuo sonno cesserà se l’amor ti bacerà“. Le tre fate proteggeranno la principessa – a cui daranno il nome di Rosaspina – portandola via dal palazzo, facendola crescere in una casetta nel bosco come una contadina. Malefica cercherà in lungo e in largo la fanciulla, affinché si compia il maleficio prima dello scadere del suo sedicesimo compleanno, ma dovrà affrontare il coraggioso principe Filippo, disposto a perdere la vita pur di salvare la sua amata. Lo scontro tra il bene e il male si conclude con la sconfitta di Malefica e il trionfo del giovane principe il cui bacio farà risvegliare Aurora.

la bella addormentata

La bella addormentata nel bosco

Dal punto di vista della scrittura e dell’adattamento, La bella addormentata nel bosco non si distacca troppo dalle due fiabe precedenti. Ancora una volta la principessa e il principe sono i personaggi meno curati e approfonditi, e tutta l’emotività poggia sui protagonisti secondari del film. Come per Biancaneve e Cenerentola, anche Aurora è un personaggio quasi neutro, che subisce tanto le minacce quanto la salvezza finale. Lo stesso per Filippo, che pur essendo il primo principe ad avere un nome e a parlare (anche se da metà film in poi non avrà più battute) rimane comunque ben poca cosa rispetto agli altri. Spiccano invece le quattro fate, quelle buone e la cattiva. Malefica è un personaggio concepito e animato in modo fantastico, probabilmente il cattivo migliore e più carismatico in assoluto.

I numeri musicali, tranne poche eccezioni, non sono un semplice sottofondo alle scene d’azione, ma veri momenti surreali nei quali la musica magicamente si alza dal nulla, viene percepita dai protagonisti e li guida, animando danza e canto.

Il risultato è uno spettacolo godibile con lo stesso fascino di sempre a tutte le età.

“So chi sei

vicino al mio cuor

ogni or sei tu

so chi sei

di tutti i miei sogni

il dolce oggetto sei tu

anche se nei sogni è tutta illusione e nulla più

il mio cuore sa che nella realtà

da me tu verrai

e che mi amerai ancora di più!”

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