9 Settembre 2016 - 16:35

La Puglia di mezzo, da Conversano a Polignano

Polignano a mare, Puglia

Tra il nord garganico ed il sud salentino c’è un pezzo di mondo meraviglioso  tutto da scoprire: la “terra di mezzo” della Puglia. #aZONzo vi condunce in un viaggio tra Conversano e Polignano

[ads1] La Puglia anche quest’anno si è riconfermata tra le mete preferite dei vacanzieri, nostrani e non, nonchè “Best Value Destination 2016”, riconoscimento che si era aggiudicata da National Geographic già nel 2014.  Scendendo da nord verso sud, il paesaggio, l’arte, il cibo, il dialetto, perfino il mare, mutano, in maniera evidente ma quasi impercettibile allo stesso tempo, senza interruzione di continuità: la Puglia è un bellissimo mosaico, in cui ogni tessera è diversa, ma perfettamente in armonia con le sue confinanti.

Dopo la Capitanata ed il Gargano, dall’aspetto ruvido e la parlata chiusa, si scende verso Trani con la sua splendida cattedrale romanica sul mare, Bari “la reginetta”, Ostuni la città bianca, Taranto la città dei due mari, e infine Lecce l’opulenta ed intellettuale.

Eppure ad essere ricordati sono quasi sempre solo il Gargano e il Salento, il rude re del nord ed il barocco re del sud, la formica e la cicala, che da sempre si sfidano per il primato di terra più bella della Puglia. Nei chilometri che li separano, però, c’è una terra di mezzo, poco tolkienana e di certo non abitata da hobbit, che meriterebbe, e fortunatamente negli ultimi tempi sta accadendo, più attenzione. Altamura, Alberobello terra di trulli, Castellana Grotte, Cisternino, Turi, Monopoli, Polignano a mare e Conversano. Questa volta #aZONzo vi fa scoprire due di questi piccoli gioielli: Polignano a mare e Conversano.

Conversano

La Puglia non è solo mare, come verrebbe spontaneo credere, e non è solo il mare a rederla bella, è proprio l’alternanza tra esso e l’entroterra a renderla per questo unica. Conversano, città metrpolitana di Bari, situata nella Bassa Murgia, su di una collina carsica, ha origini antichissime, risalendo come centro abitato addirittura all’età del ferro, con il nome di Norba (città forte), sviluppatosi poi nei successivi secoli con il nome di Casale Cupersanum, sotto il dominio di numerosi blasoni fino all’avvento della casata degli Acquaviva d’Aragona, che dal 1455 resero sotto il loro potere Conversano un centro fiorente, fino all’abolizione dei feudi circa quattro secoli dopo, nel 1806.

Dell’antica Norba, ossia la vecchia città, sono ancora visibili, nel moderno centro urbano, le mura megalitiche lunghe 790 metri, del VI secolo a.C., che circondavano l’acropoli. I tre monumenti principali e degni di visita, all’interno dell’esteso centro storico, sono il Castello, la Basilica Cattedrale dedicata alla vergine Assunta ed il Monastero di San Bendetto, espressione dei tre poteri a lungo coesistenti sul territorio: i conti di Acquaviva, il vescovo e la badessa del monastero, detentrice di un potere temporale e spirituale talmente forte oltre che inusuale, da essere definita Monstrum Apuliae.

Il Castello, fortezza e dimora signorile

Il Castello sorge sul punto più alto della collina conversanese e risulta così dalla sua posizione una costruzione imponente, forte ed elegante, anche in virtù della sua grandezza ed ai continui rimaneggiamenti ed aggiunte operati a partire dalla sua costruzione in epoca normanna. Con una pianta trapezoidale, presenta, rivolti verso i quattro punti cardinali, quattro angoli rappresentati da altrettante torri, tutte ad epoche diverse. La

torre maestra dell’XI secolo(ove si trova il pozzo in cui secondo la leggenda il conte Giangirolamo II, detto il Guercio delle Puglie, gettava le donne che rifiutavano lo ius primae noctis), la seconda torre del XIII secolo e la torre cilindrica del 1480, la torre poligonale del 1503.

Al suo interno, nella mescolanza di stili e gusti artistici dei diversi secoli che caratterizzano le sale, trova posto anche la pinacoteca, dove è possibile ammirare il ciclo pittorico “La Gerusalemme Liberata” di Paolo Finoglio. Attualmente, inoltre, presso il castello è possibile visitare, fino al 1 novembre, la mostra “Giorgio De Chirico- Ritorno al Castello”, con alcune delle opere più famose del pittore, appartenenti maggiormente al suo ultimo periodo neometafisico.

La Basilica Cattedrale ed il Convento di San Bendetto

La cattedrale, invece, è uno splendido esempio di romanico pugliese. Ispirata alla Basilica di San Nicola di Bari, ricorda per certi aspetti (fatta eccezione per il campanile, in posizione retrostante e non affiancato al corpo della chiesa, in quella conversanese) la “cugina” tranese, in particolare per la bianca facciata principale, cuspidata e tripartita e recante in alto un rosone lavorato, e presenta tre ingressi, uno principale e due laterali. La struttura risulta comunque più estesa e con un interno del tutto differente.

Il Convento di San Benedetto infine, posto tra i due citati luoghi, è visibile già in prossimità della vicina Porta Tarantina, grazie al suo maestoso campanile, più alto di quello della Basilica, terminante con la cupola ricoperta di maioliche gialle e blu, contrastanti con il laterizio rosso della costruzione. Il campanile è il simbolo di quell’antica battaglia tra il vescovo e le badesse e della  supremazia che queste riuscirono ad affermare. Al suo interno il chiostro medioevale a pianta trapezoidale, visitabile gratuitamente, dal quale si accedeva al refettorio e alle sottostanti celle dei monaci.

Spostiamoci però pochi chilometri più in là, verso il mare.

Polignano a mare

“Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso?”. Chissà che Domenico Modugno, che arrivò al successo fingendosi siciliano, scrivendo queste parole, non pensasse proprio al piccolo pezzo di mondo da cui proveniva, la Puglia e la sua città, Polignano. Chissà se in quel “Blu dipinto di blu”, la canzone italiana più famosa nel mondo, non c’è un pezzo del blu del cielo di Puglia che scende e si confonde con quello del mare. E non a caso la statua del cantante polignanese, sul lungo mare a lui dedicato, è di spalle al mare, a braccia aperte, a mo un po’ di abbraccio a Polignano ed un po’ di invito verso i visitatori, a venire verso quel “suo” mare, scendendo lugno il pendio a gradoni che porta ad esso.

Il centro storico e la Lama Monachile

Polignano si caratterizza come una piccola cittadina candida ed arroccata a strapiombo sul mare, sotto la quale vi sono le numerose grotte scavate nella roccia. Fuori dalle mura, procedendo verso ovest, si incontra quella che forse è una delle viste più belle di Polignano. Attraversando il ponte della Via Traiana infatti ci si può affacciare per scattare la foto di rito della Lama Monachile, la grande insenatura, verso cui si può scendere grazie ad una sclinata immersa nel verde. Mentre a nord della città, proprio a ridosso del porticciolo la suggestiva Abbazia di San Vito. L’accesso al centro storico, invece entro le mura, è dato dall’Arco della Vecchia Porta. Esso si snoda in un dedalo di piccole viuzze, che portano dal cuore di Polignano, Piazza Vittorio Emanuele, dove sorgono la celebre Casa dell’orologio e la Chiesa Matrice, ai punti panoramici da cui è possibile ammirare il mare.

Polignano si può visitare con tutti i sensi. Polignano è una tela bianca dipinta con frasi e citazioni in ogni dove e con i colori dei fiori che adornano scalinate, case e bottegucce. Polignano è il profumo della menta fresca mista a quello dell’aria salmastra; è il suono delle corde di una chitarra udibile in mezzo al vociare in tutte le lingue dei turisti; è il sapore di un panino di mare. Polignano si visita con i sensi e con il cuore.

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