19 Dicembre 2015 - 12:07

Le conseguenze del “caso Boschi”

boschi

Il “caso Boschi”, oltre a dirette conseguenze verso i risparmiatori, modifica anche la geografia parlamentare. Entrambi i “lati” del Parlamento si avviano verso nuove strategie politiche

[ads1] Il celebre decreto salva banche e il conseguente caso Boschi (avvolto nell’enorme, ma dai più ignorato, conflitto di interessi che investe il Ministro e la Banca Etruria, in cui sono presenti diversi esponenti della sua famiglia) ha portato alla luce una serie di novità a livello politico dopo la “bocciatura” della mozione di sfiducia presentata dal M5S.

Infatti, oltre ad aver “rovinato” centinaia di piccoli risparmiatori, il “caso Boschi” ha il merito anche di aver ridisegnato, almeno in apparenza, la geografia parlamentare.

Nell’ambito del centro-destra è possibile individuare la situazione maggiormente complicata; mentre da un lato Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno votato a favore del provvedimento, Forza Italia (con pochi distinguo) ha deciso di abbandonare l’aula.

caso Boschi

Maria Elena Boschi, Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento

Questa mossa a sorpresa, da un lato ha messo in discussione la nuova alleanza con Salvini e Meloni (che hanno subito tuonato contro l’ex Cavaliere) e dall’altro ha posto le basi per un possibile Nazareno 3.0, riavvicinando il partito agli ex “colleghi” di Ala e Conservatori e Riformisti (i c.d. fittiani).

Dalla “sponda” opposta, invece, il dato che si rileva è del tutto diverso: Sinistra Italiana, la componente che riunisce Sel, PRC e civatiani, con il voto di sfiducia al Ministro, che coincide con l’esdordio del gruppo in Parlamento, rileva un esito “agro-dolce”.

Infatti, se da un punto di vista il nuovo contenitore partitico si distacca totalmente dall’ambito del centro-sinistra (o di ciò che rimane a guida del Pd) dall’altro è possibile evidenziare la “pochezza” politica e numerica(almeno per il momento) che il gruppo ha al suo interno.

Il “caso Boschi”, però, apporta delle novità anche nell’ambito della maggioranza.

Nonostante gli slogan in difesa del governo e della maggioranza, il Pd, a causa dell’inaspettato (?) atteggiamento di FI, si ritrova, anche questa volta, fra l’incudine ed il martello.

I democrats, nella condizione attuale, si ritrovano a dover “ricambiare il favore” (attraverso un “voto garantista” o un “provvedimento bypartisan”) e addirittura a dover riconsiderare Berlusconi&co. come possibili interlocutori nella stesura delle nuove “riforme”.

Il “caso Boschi”, con la sua evoluzione nel tempo, ha permesso di evidenziare quanto il sistema partitico italiano sia “un caso limite”,  dove la “difesa del singolo” (soprattutto se appartenente alla maggioranza) diventa uno degli obiettivi primari e il “trasformismo” partitico l’arma che permette di condurre un paese ormai prossimo allo sbando totale.

[ads2]